Sonia Gardini, Haiku,
Fara 2020
recensione di Ludovica Zavatta
Haiku di Sonia Gardini è una raccolta di poesie, non titolate, pubblicata per la primissima volta nel Maggio 2020, dalla casa editrice Fara.
Parliamo nello specifico di settanta “haiku”, dei particolari componimenti poetici che nacquero in Giappone nel XVII secolo, e che originariamente si componevano di tre versi del totale complessivo di diciassette more, secondo lo schema 5 / 7 / 5; ma oramai i poeti contemporanei si comportano molto più liberamente nei confronti di queste regole e non sempre, pur seguendo il numero di versi, si attengono allo schema suddetto.
Sonia Gardini è nata nel 1948 a Savignano sul Rubicone, pur essendo vissuta in gran parte a Sant’Angelo di Gatteo.
Dopo la laurea, si è trasferita a Brescia dove ha lavorato come insegnante di materie letterarie e, poi, di sostegno nella scuola media.
Nel 2006 ha pubblicato con Fara Editore un’altra raccolta poetica.
Lo stile della poetessa è molto semplice, limpido e comprensibile, ed è ben evidente in questa raccolta dove, le tematiche affrontate, sono due, l’uomo e la natura che lo circonda.
La natura è la protagonista assoluta e viene invocata nelle sue più svariate forme e nei suoi più vari colori: nel mare, le cui acque sono paragonate all’avventurina per le tonalità verde-azzurro, nelle dune, nella sabbia, nel sole, di un giallo intenso, nelle colline chiare.
E così vengono invocati l’essere umano e i suoi amori (cfr. 31 / 34 ecc.).
È un opera che consiglio perché, oltre ad essere una lettura piacevolissima e per nulla di peso (almeno questa è stata la mia percezione), si discosta anche dalla consueta poesia e potrebbe dilettare molto coloro a cui non solo interessa il genere, ma a cui piace la poesia naturale e che affronta tematiche relative all’uomo.
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