Alba Gnazi, "In quel minimo che cade" (Il Convivio Editore, 2021)
Delle tue mani
Qui inizia il bosco: Manziana è posata più in là,
fitta dei suoi diversi umori, noi camminiamo
e io è a te
che mi affido, alle tue mani ancora intatte
che diventano il varco
per ogni realtà capita, minima
e dolorosa appena, come un taglio di carta,
o la tua gioia crespa
quando dietro un albero mi scovi,
e frughi echi di foglie coi piedi e le risa,
o ti scoppia intrepida la voce
quando corri e mi stringi le dita
ed è a quelle tue mani, vedi,
che io stretta mi affido,
delle tue mani
io mi fido.
**
C’è un bel punto di vento
C'è un bel punto di vento
dietro la casa
e nei tuoi occhi, nel fresco
che dal basso rischiara il selciato
la tua voce mentre mi parli e
la tua voce
che sa di vento,
il nudo vento fermo negli occhi
quando è con me
che parli e dagli alberi
si innalza il canto bianco
dei mondi,
tu parli,
e nel vento ogni luce
si crea, ogni mondo,
in folate brevi, benedette.
**
Il
nome delle cose
Da dove arriva, chiedi,
e come, il nome delle cose
di cui sfioriamo il suono;
corpo sonoro di cose
che qui si dilatano, lì
sbiadiscono,
altrove arretrano, cadono,
non bastano;
ci dicono
vivi al mondo e poi cancellano
la forma che occupiamo
nel tempo, nell'incudine
nel margine di un'idea,
ma tu in quel tempo cercale,
ad altro tempo rendile,
fanne mallo, gheriglio, noce.
Muta il tuo silenzio
per farne luce.
Metti dentro a un fiore
la tua voce.
**
Cosa
resta adesso
Cosa resta adesso
da fare, mi dico
e ascolto come sgrondano
gli ombrelli giù al portone,
come trascinano su in alto
i loro echi
e come si sfanno all’attenzione
queste vite
quando mi volto: ancora piove,
non ci avevo fatto caso;
cosa resta, dico
se non sopirci sotto ai vetri
squamati dai bagliori
nell’alto precipizio
del giorno alla rovescia;
la curva nuda del sogno
sfoca l’occhio nel risveglio;
percepisco il paradosso
che più avanti sposta il possibile,
più in là,
e mozza il sangue nel respiro,
senza difesa respiro,
poi precipito in me
ancora una volta.
Alba Gnazi è nata nel 1974. Da sempre risiede nella provincia di Roma, tranne i quattro anni in cui ha vissuto nei pressi di Pisa.
È laureata in Filologia e Letterature moderne e insegna nella scuola primaria.
Sue poesie e racconti sono presenti in diverse pubblicazioni cartacee e online, tra cui La rosa in più, Atelier, Poetarum Silva, L’Estroverso, Formicaleone et al.
Le raccolte finora pubblicate sono: Luccicanze (Cicorivolta Editore 2015, con prefazione di Antonino Caponnetto); Verdemare. Cronologia inversa di un andare (La Vita Felice 2018) e In quel minimo che cade (Il Convivio 2021, con postfazione di Franca Alaimo), quest’ultima a seguito del concorso per poesia, prosa e arti figurative “Il Convivio 2021”, in cui si è classificata terza.
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