La recensione completa di Amedeo Anelli a La memoria dei senza nome pubblicata su "Il Cittadino di Lodi".
Fra gli esponenti della Nuova Officina Parmigiana, in questi anni sempre più sta emergendo la figura di poeta, critico ed organizzatore culturale di Luca Ariano. La sua poesia pluritematica, ricca di personaggi e situazioni memoriali ed esistenziali (non certo polifonica in senso tecnico, così come si è costituita la polifonia negli anni Ottanta del secolo precedente, con partizioni a voci, campi semantici, strutture poliritmiche e polimetriche, intonazioni, strutture semantiche costruite non sulla frase anche se sembrano rientrarci, ma sull’intera articolazione testuale, ecc...) si perita di dare astanza e traccia alla parola delle moltitudini e all’anonimo secondo tradizioni ben presenti nel Novecento a partire da Walter Benjamin, non a caso in esergo ad una delle sezioni della raccolta che si dipana in capitoli e riprese come in un racconto, agli uomini non illustri di Pontiggia e a quant’altro in un situazionismo poetico in atto, aspetti degli effetti di deriva di geopsicologia di una società affluente e di una umanità in cerca di compimento e di senso, cui non è estranea una certa sedimentazione frammentista. A chiarire gli intenti di poetica nel libro troviamo anche l’intervista all’autore fatta da Luigi Cannillo, molto utile per inquadrare le intenzionalità e i percorsi di formazione di Ariano. L’impasto linguistico come è stato evidenziato da più parti è ricco degli esiti di scrittura dell’oralità e dei modi del parlato, del linguaggio comune anche delle coloriture regionali. Un breve frammento: «Da tempo non prendevi un caffè / in Via D’Azeglio. / era la tua strada... quel bar, / il rinfresco di laurea: / «Sa oggi ne fanno pochi... / sono cambiati... la crisi!» / Quella parola ripetuta come un mantra: / era anche la tua zona?».
Amedeo Anelli
Luca Ariano, La memoria dei senza nome. Libreria Editrice “Il Leggio”, 2021, pp. 98, € 14,00.
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