Sulla soglia disabitata
di ogni mio sguardo,
cerco il tuo volto,
madre.
Vivo senza voce,
ostaggio
di un cielo terso, vivo
nella sterrata
lontananza
di un amore mai
incontrato,
nelle pieghe del canto dove
anche la luce brucia e
consuma.
Questa necessità di essere
visto, contenuto, amato.
*
Ho lasciato pezzi ancora
vivi di me
lungo la sponda gialla
del fiume,
nella pista di Giancarlo
ormai vuota,
nel dolore di un’alba
cercata
– a malapena intravista,
in questa assenza da cui
nasce,
ostinata, la luce.
Tu solo conosci la crepa
da cui
mai rimargina questo mio
andare.
*
Allontanarmi nel vuoto
restare
dei corpi, su mani
sporche
di terra e di addii.
Passo in silenzio di
stanza in stanza,
l’imbarazzo dei nostri
volti
nella prima luce del
mattino:
tra me e te c’è sempre
un inverno.
Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Da quasi vent'anni si interessa ed occupa di poesia. Nel 2008 vince il Premio Arezzo Poesia; nel 2014 si classifica primo al Concorso Letterario Internazionale Città di Moncalieri (Una disperata tenerezza, Ladolfi). Nel 2019 vince il Premio Internazionale Città di Latina (Il tempo fertile della solitudine, Campanotto). Nel 2021 è finalista al Premio di Poesia Onesta e Premio Prato Poesia (La ragione della polvere, peQuod). I suoi ultimi libri pubblicati sono: L’allontanarsi delle cose (Ladolfi), Il silenzio necessario (Transeuropa), Dove non sono mai stato (Campanotto), Il tempo fertile della solitudine (Campanotto), Tornando a casa (Puntoacapo). Con la casa editrice peQuod ha pubblicato, nella collana Rive: La ragione della polvere (2020) e Crocevia dei cammini (2022). Da fine 2021 dirige la collana di poesia portosepolto, sempre per conto della casa editrice peQuod.
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