FOTOGRAFIE
27 gennaio
Fotografie, a migliaia, accatastate
volano, qua e là, come foglie
volti sbiaditi, inespressivi
sorridono e si abbracciano.
Donne, belle e brutte
bambini vestiti a festa
famiglie sconosciute
attorno ad un tavolo imbandito.
Grandi occhi neri guardano
e domandano: Perché io
e non tu? Chi può
risponda!
Sono rimaste nascoste
nelle tasche interne
nei sottofondi delle valigie
nei silenzi notturni.
Ognuna ha una storia
da raccontare, da scrivere
dopo aver viaggiato, superato
confini e montagne.
Hanno ricevuto occhiate
baci, carezze
per non dimenticare
e il cuore restare umano.
Tante sono state bruciate
insieme alla contabilità
a nomi e numeri
vie e città.
Quelle ritrovate
sono state classificate
testimonianze, esposte
come quadri da museo.
I bambini sono rimasti bambini
le ragazze non si sono sposate
i giovanotti non hanno studiato
e non sono andati a lavorare.
Pochi hanno fatto ritorno
ma non hanno trovato
la via, la casa, la famiglia
il vicino, il parente, nessuno.
Qualcuno ha buttato via la memoria
dopo aver gridato: meglio
dimenticare e tacere
con le foto nelle tasche.
Le loro fotografie in bianco e nero
ci osservano, lontane, morte
e noi ci lasciamo dire qualcosa
che non capiamo.
Se ci accostiamo
e tendiamo l’orecchio
sentiamo le loro voci
che ancora cantano e ridono.
Qualcuno si volta
occhi tristi e gonfi
che par di riconoscere
e chiede: Non dimenticarmi!
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