domenica 13 dicembre 2020

Da Cuba una voce graffiante che racconta la difficoltà di vivere e quella di scrivere, soprattutto se si nasce donna

 

Non sono Cavafis nè Bilitis.
Sono la scrivana che cerca nella pelle
la parola addormentata.
Non sono neanche la bambola dei biscotti
che finge di sorridere per paura.
Sto cercando una finestra dove appendere il mio auto ritratto
con tutte le possibili definizioni dell' amore.
nessuno scappa in questi tempi
 di sesso da dieci minuti
nei bagni pubblici.
le poesie d'amore degli innamorati
diventano trofei.
Fiorellini selvatici sul ciglio della strada.
Non sono un libro raro e usato.
Sin da ieri muoio in pace
anche se non mi innalzano una statua
e i cani ...
continuano a orinare sulla mia ombra.
Non ero la sua copia
forse la polvere di una macchia
sulla tua impronta.
Non ero la sua copia
nemmeno il foglio bianco
di quelli e di altri. -
E il mio lenzuolo?
ora è la foglia dei ciclamini e degli specchi
e mi chiedo, e mi chiedo:
Sono davvero perduta?


A mia madre.


Mia madre veniva dal poliziotto

tra le mani di Dio

Aveva portato tra i suoi doni

la replica dei tamburi batá

e la maestà di una regina

con la vestaglia e le infradito.

È diventata una donna tra stufati e dolci.

Nessuno ha mai dubitato che fosse un angelo

ma non aveva né la zucca né le scarpette di cristallo.

Mia madre ha ricevuto solo briciole dalla vita.

la felicità volò così in alto e fu così rara

che negli anni si è abituata a vederla

solo di passaggio.

Aveva un giardino

ora un ciottolo dove non può muoversi

quattro figli.

Mia madre parla della morte

Io imploro Dio per la sua vita

le mie zie e mia madre

profumano di cipolle

sono casalinghe

che vivono con la famiglia

tra la macinatura e il fango

dalla città.

i seni delle mie cugine

puzzano di latte e pipì

di pannolini sporchi, quaderni.

Il mio corpo sa di donna

sterile

indovinello su chi morirà

tra gatti e un amante

di turno.

Come dirle che ero lì

che ho anch'io messo

le prime pietre del mondo

che ho seguito i leoni

fino a raggiungere il formicaio.

come dirle che la mia furia

è stata rotta dagli eschimesi

quando urtò contro il loro ghiaccio

la torre Eiffel in un impeto di follia.

Come dirle che non potrei essere lei?




Yuray Tolentino Hevia

traduzione a cura di Claudia Piccinno


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