giovedì 27 febbraio 2020

DIRE AZIONI (per Levels di Alberto Mori)

Alberto Mori, Levels, Fara

recensione di Maria Grazia Martina



La formula poetica del DIREZIONALE AMBIENTE, del luogo, habitat delle parole isolate e intelaiate in schemi di senso, che Alberto Mori in Levels
scorge e scrive, combina attese ed intrecci.
Un circuito apparentemente sganciato da percorsi evocativi, in realtà, verso dopo verso, va concludendo una piccola storia: parola, percorso, senso.
Agganci dallo sguardo fine, sottile, attento agli elementi segnalati dall’agire, dall’andare, dal muoversi e padroneggiare una materia umana, urbana introversa e disincantata.
Parola dopo parola, il poeta entra nel/nei mondo/mondi dell’altro/altri per farsi illuminare!
Sì, la materia prima si trasferisce nel senso della parola: una materia informe, prima di tutto umana, tangibile, fatta di forza quotidiana, di gesti ripetuti,
insignificanti, ma che pur generano nella ricerca – perché di ricerca si tratta – del poeta spazi, livelli pluridirezionali, capaci di formulare e contenere
“ambientazione” poetica.
Frammentazioni ricomposte, assemblate, meccaniche, e tuttavia umane: “Lo scritto resta a perire sulla ciclabile.”
Inerzia – assenza – silenzio – traccia – aria
Parole inafferrabili disegnano il tempo, la continua riflessione/ossessione e viceversa proprio come nel rapporto di forze tra la chioma e la radice, tra chi arriva e chi parte: “Dove sticker non incolla &scrosta / il millimetro mancato sillaba”.
Come “Le luci affiorano vicine e lontane” così ogni equilibrio, ogni livello trova la sua anima in un potente e dolce contrasto di forze.
Nella scrittura di Alberto Mori c’è sempre un’apertura e una conclusione. Un gioco alla pari tra ciò che evoca e ciò che è evocato.
Un instancabile susseguirsi di parola “unica” microcosmo semantico e
ampiezza di se stessa: la normalità che sorprende, apre, crea affabulazione
senza affabulare in “Millimetri di spazio” il “Sapore del cielo”.

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