lunedì 15 luglio 2019

“… le voci per l’ultimo volo colate”

Manuel Cohen, Tutte le voci, Arcipelago Itaca 2016

recensione di AR



È veramente bello leggere libri di poesia che sanno immergerti nella verità, nelle contraddizioni umanissime e tragiche della storia, e riproportene lacerti di qualche decennio fa o attuali che ti “costringono” a non voltare gli occhi della memoria altrove, a prendere in qualche modo posizione, a sentirti un essere pensante non isolato, ma responsabile, parte di un rete sociale che vive, respira, soffre, lavora, crea, ama. 
Scrive l’Autore nella Nota introduttiva che il poemetto: “Nasce da svariate suggestioni, incubi e ossessi mediatici, o da flashback memottici tra attualità, cronaca e storia. (…) Sono voci, solo voci, voci sole e isolate, voci minori, di realtà sconfitte o offese, (…) in una entropia di dire, in una morfologia informale del verso che si affida alla periodicità dei ritorni sonori” (p. 9).
Quindi la versificazione è un mare che contiene ondate di suoni che richiamano la nostra attenzione, dà vita a ricorrenze emotive, ci pone di fronte a soglie sublimi o brutali che risucchiano (in esergo troviamo queste parole “c’è sempre una storia minore / destinata ai fondali”) o sfracellano con noncuranza i minimi, coloro che la storia può negligere: “acciambellati in sconce stive / stipati / insaccati in suoli carsici / crivellati” (p. 21), “le voci / studentesche triturate / maciullate nella piazza di Pechino / (…) / mozzate recise artigliate attilate” (p. 25, notare il neologismo derivato da Attila); “le voci viveprive / le voci più assertive / vengono come vengono / a ondate / estromesse / evacuate / migrate dette evocate” (p. 29, anche qui molto intenso l’aggettivo “viveprive”). 
Nel racconto poetico di Manuel Cohen troviamo anche le voci dei maestri, dei colleghi più vicini al proprio sentire, coinvolgenti perché a loro volta profondamente coinvolti nella comune condizione umana: “la voce estraniata di Caproni / la voce stralunata di Baldini // la voce di Rosselli più eversiva / la voce di Penna alternativa …” e l’elenco – intitolato X (vociario) – continua con nomi alquanto significativi a p. 41.
Sottoscriviamo quanto rileva Salvatore Ritrovato in Prefazione: “con Tutte le voci, si può ormai dire di essere giunti a uno ‘sprofondamento’ dell’io dietro le quinte di quel quadro in cui la scrittura prende forma” (p. 5). Il poeta recupera  così la sua vis profetica, facendosi portavoce dei dimenticati, degli inascoltati, e anche di tutti noi, così spesso distratti, presi dal nostro particulare, indotti a pensare ad altro, sordi alle “voci offese, perdute, sconfitte, dimenticate, cancellate” (ivi). 
Il libro si conclude con una splendida citazione da una precedente raccolta di Manuel Cohen (L’orlo, 2014) che qui riproduciamo interamente:

(c’è sempre una storia inferiore
inabissata nel mare di ogni guerra
destinata a un tramonto che non muore
confinata all’intramonto della terra)


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