venerdì 5 ottobre 2018

Questionario di Proust [1]: Antonio Spagnuolo



Questionario di Proust
A cura di Mario Fresa




Le risposte di Antonio Spagnuolo, poeta.


Il tratto principale del mio carattere. 
Uomo tranquillo, dedito all’ascoltazione e alla riflessione, per uno spiccato senso di delicatezza verso l’altro. Offrirsi sempre con modestia, ogni qualvolta venga richiesto un intervento.

La qualità che desidero in un uomo. 
Educazione civica e morale innanzi tutto, bagaglio culturale di notevole spessore, capacità di amare.

La qualità che preferisco in una donna. 
Semplicità e purezza dei sentimenti. Apertura mentale e capacità di amare oltre il sublime.

Quel che apprezzo di più nei mei amici.
Sincerità e disponibilità! Doti che difficilmente oggi riesci a trovare negli uomini, ormai violentati dalle necessità del tutto subito e gratis.

Il mio principale difetto.
La pigrizia fisica.

La mia occupazione preferita.
Lettura e scrittura. Immerso nella creazione e nella ricerca del verso. -  La poesia diviene allora immagine riflessa del reale attraverso le parole che si intercettano per l’irraggiungibile, e risuonano di metafore per accarezzare il vertice della musica, dalle profondità misteriose alla luce sospesa e indefinita. La poesia è senza alcun dubbio il sostentamento del subconscio, che cerca  in mille modi di eliminare l’illusione per accarezzare il mito della realtà incoercibile.

Il mio sogno di felicità.
Inseguire la poesia in ogni manifestazione del quotidiano, nella certezza di essere amato senza limiti. 

Quale sarebbe, per me, la più grande disgrazia.
La più grande disgrazia per me è già avvenuta con la perdita della mia compagna, deceduta sei anni addietro. Donna dolce, gentile, innamorata di me sino al sacrificio, ella è stata per circa sessanta anni di vita in comune il riferimento vivente dei sentimenti elevati, nel vortice dell’amore inteso quale totale abbandono.

Quel che vorrei essere.
Quel che sono! Quel che sono stato!

Il paese dove vorrei vivere.
Napoli, sempre e solo Napoli, dove sono nato e dove vivo ed ho vissuto in maniera brillante e significativa. 

L’animale preferito.
Il cane. 

L’oggetto cui sono più legato. 
Il libro.

I miei autori preferiti in prosa.
    Hemingway.

I miei poeti preferiti. 
Ho letto centinaia di autori, centinaia di volumi, per cui non riesco a precisare quali siano gli scrittori preferiti. Un ventaglio che parte da Omero e sfiora Gabriele d’Annunzio, che affonda in Dante specialmente con l’Inferno e finisce con Giovanni Raboni.

I miei eroi nella finzione. 
Nessuno.

Le mie eroine preferite nella finzione. 
     Nessuna.

I miei compositori preferiti.
Chopin, Verdi, Ennio Morricone.

I miei pittori preferiti.
Gli Impressionisti francesi. 

I film più amati.
     I film storici, i gialli.

I miei eroi nella vita reale.
Gli scienziati, ricercatori degni di stima e di fiducia.  

Le mie eroine nella storia.
Nessuna, tranne un enorme interesse per la famosa e attivissima Rita Levi Montalcini, che potrei annoverare come eroina nella battaglia conto le patologie. 

La riforma che apprezzo di più.
Difficile domanda perché di riforme ne abbiamo avute molte ed alcune altamente significative, nel mentre ne abbiamo attualmente diverse e pericolose. Una preferenza forse la dedicherei alla giustizia. 

I miei nomi preferiti.
Nomi di battesimo? Francesco, Mario.

Quel che detesto più di tutto.
Detesto l’ignoranza, l’arroganza, l’invidia. 

Il dono di natura che vorrei avere.
L’eloquio, la capacità di parlare a braccio senza leggere quel che invece preparo per scritto ogni qualvolta che viene richiesto il mio intervento come critico o relatore. 

Se avessi un milione di euro.
Cercherei di alleviare il carico economico dei miei tre figli.

Come vorrei morire. 
Fulminato in pieno benessere, per non essere di peso agli altri, per non soffrire di patologie lunghe e corrosive, per poter dire un’ultima volta “Tutto OK!”

Stato attuale del mio animo.
Sereno. Ben disposto alla vecchiaia che fortunatamente per me scorre limpida, ancora ricca di creatività e senza intoppi clinici. Nella inesausta meditazione sulla vita e sulle vicissitudini, rincorrendo l’attivazione dei sentimenti che cercano voce nel mistero che affascina e tradisce. 

Le colpe che mi ispirano maggiore indulgenza.
Difficile pronunciarsi. Se c’è colpa bisogna perseguirla sempre e comunque. Forse un particolare riguardo potrei accettarlo per reati commessi da individui non in equilibrio psichico.

Il mio motto.
“Futtetenne!” (in vernacolo napoletano: “Non ragioniam di lor ma guarda e passa !” ).