lunedì 8 ottobre 2018

“Mi fido del mare” di Carla De Angelis finalista al Carver 2018: complimenti!

Da: ufficiostampaprospettiva@gmail.com 

La sedicesima edizione del Contropremio Carver e i primi verdetti della giuria (edizione 2018)


Leggere un libro è affare semplice. Si trova un posto comodo, si cerca il silenzio e si scava. Certo è che non a tutti piace la roccia, ma neppure la sabbia, o la terra dolce. Si può dire che ogni lettore ha il proprio piccone e pala e chiede il grado di fatica che più gli è vicino. Pretende, ovviamente, il lettore, non certo di trovare sempre il filone d’oro, ma di veder corrisposta la fatica.
La fatica nera di scrivere alla fatica bianca della lettura.
Un contropremio si anima tra vecchi album e tanti appunti e scava, e cerca. Per questo lo scontro si fa quasi incontro tra giudizi e pareri, tra libri amati e libri odiati.
Da sedici anni il Carver – nato a Roma nel 2003 – senza cercare clamori, luci e perline colorate, ha letto e cercato di trovare buoni libri per spingere avanti la scrittura.
In altre parole ecco cosa è venuto fuori fino a questo momento.

Per la sezione poesia in finale sono arrivati:
Mi fido del mare di Carla De Angelis (fara editore);
Zircone di Daniel Skatar (Campanotto editore);
Sottotraccia di Alessandro Trionfetti (Ensemble);
Sconto di pena di Carla Mussi (puntoacapo editrice);
Innesti di Grazia Frisina (Nomos edizioni).

Cosa accade ora? I giurati della sezione narrativa dovranno fare un nuovo giro di schede di valutazione e rivedersi altre volte per definire la cinquina. Quanto tempo ci vorrà? Forse un giorno, una settimana, un mese, certo è che non basta una vita intera per avere lo stesso metro fatto di studio, passioni, ricerca.
Il Contropremio Carver è questa roba qui. Insomma i libri vengono letti e basta. Non guardiamo i nomi degli autori o i marchi editoriali, ma scaviamo.
“Avremmo potuto avere dopo sedici anni ben più visibilità – scrive Andrea Giannasi che del premio è il coordinatore – perché sulle nostre scrivanie di libri di autori ‘conosciuti’ o peggio ancora ‘famosi’, ne abbiamo visti molti. È che alla fine c’erano altri libri migliori e così abbiamo sempre scelto la lettura alla vetrina. Alla falsa fascetta con numeri inventati, o al nome del protagonista vip. Insomma la lettura di buoni libri senza falsare o peggio ancora ingannare il lettore. Perché, e di questo ne sono convinto, per troppi anni questi sono stati frodati, abbindolati, circuiti, su pezzi di carta che valevano meno di un pezzo di carta straccia”.
E il Contropremio ha anche la misura del proprio successo visto che negli anni sono stati premiati autori ancora non conosciuti che oggi pubblicano con editori grandi e fanno belle cose in giro per il paese.
Per questo è nato il piccolo Contropremio Carver che da sedici anni legge libri.
Infine l’ultima cosa che tutti chiederanno. Quando ci sarà l’incontro con i finalisti. Seguiranno istruzioni.
Per conoscere il resto visitate il sito:
www.contropremiocarver.it/

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