Carla De Angelis su Al largo di Alessandro Ramberti
Di ogni libro di Alessandro Ramberti ciò che mi ha colpito sempre è stata l’armonia dei versi unita al loro significato profondo. Al largo si apre con una introduzione che lo impreziosisce e lo rende unico. Non sono un critico, non ho conoscenza della lingua cinese, ho letto la Bibbia e il Vangelo, in solitudine, senza avere uno scambio e un approfondimento che oggi mi sarebbe utile a comprendere la sua scrittura e quell’insieme di simboli e correlazioni che mettono al centro l’umanità intera con le sue grandezze e le sue miserie. Spesso infatti mentre sorridevo per la gioia di leggere, la mente mi imponeva di tornare indietro perché non avevo capito nulla.
In virtù di questa scarsa conoscenza mi sento più libera di continuare ad emozionarmi: “Fasci di emozioni / chiedono la cura / scrivono nei gesti/ lineamenti nuovi / lettere di carne” (p. 34).
Il libro rappresenta un forte richiamo al senso che ognuno di noi dà a questo viaggio. Viaggio che Alessandro ci facilita indicando le tappe lungo il cammino. Il viaggio e la meta vanno di pari passo, hanno lo stesso valore perché
“L’esistenza è una serie di porte…” (p. 76)
È un libro che vola alto impreziosito dalle scritte in cinese e da quelle in fondo ad ogni pagina. Si sente che la Sua scrittura nasce da un pensiero naturale che si posa sulla punta della penna, o sulla tastiera e preme per venire fuori. Nei versi afferra quella verità di cui era In cerca. Il linguaggio delle metafore arricchisce e contribuisce a comprendere meglio l’invito a prendere il largo. Se tutto il libro si accompagna e si ispira ai testi fondamentali della religione cristiana, Alessandro a pag. 23 nei versi davvero molto incisivi sulla morte di Giulio Regeni, colpisce molto forte e la frase in fondo alla pagina “Sono il alto le croci sul Golgota” suona come richiamo in/civiltà di questi tempi.
È un libro che non si esaurisce con una sola lettura è da tenere in borsa o in tasca e ogni tanto aprire una pagina a caso. Lo guardo, lo prendo è sul comodino, ma quando uscirò verrà con me.
In virtù di questa scarsa conoscenza mi sento più libera di continuare ad emozionarmi: “Fasci di emozioni / chiedono la cura / scrivono nei gesti/ lineamenti nuovi / lettere di carne” (p. 34).
Il libro rappresenta un forte richiamo al senso che ognuno di noi dà a questo viaggio. Viaggio che Alessandro ci facilita indicando le tappe lungo il cammino. Il viaggio e la meta vanno di pari passo, hanno lo stesso valore perché
“L’esistenza è una serie di porte…” (p. 76)
È un libro che vola alto impreziosito dalle scritte in cinese e da quelle in fondo ad ogni pagina. Si sente che la Sua scrittura nasce da un pensiero naturale che si posa sulla punta della penna, o sulla tastiera e preme per venire fuori. Nei versi afferra quella verità di cui era In cerca. Il linguaggio delle metafore arricchisce e contribuisce a comprendere meglio l’invito a prendere il largo. Se tutto il libro si accompagna e si ispira ai testi fondamentali della religione cristiana, Alessandro a pag. 23 nei versi davvero molto incisivi sulla morte di Giulio Regeni, colpisce molto forte e la frase in fondo alla pagina “Sono il alto le croci sul Golgota” suona come richiamo in/civiltà di questi tempi.
È un libro che non si esaurisce con una sola lettura è da tenere in borsa o in tasca e ogni tanto aprire una pagina a caso. Lo guardo, lo prendo è sul comodino, ma quando uscirò verrà con me.
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