sabato 4 novembre 2017

Perché tradurre - Cantando i blues - Samhain - Ai caduti - Pre-gnosis



Fernando Monzio Compagnoni, La mano che scrive


PERCHÉ TRADURRE?

Sfogliare parole e parole, scoprire
scavare la giusta misura che spesso
non esiste nell’altra parola, creare
metafore, neologismi, analogie; ti
senti ignorante, analfabeta, però
non sai perché non molli… passione,
testardaggine o stupidaggine? Non so,
ma la sfida irrequieta rimane, corrode il
cervello e anche il domani. Si chiudono
gli occhi e troppo stanco ti tuffi sul letto
ma leggi sempre, a volte sfiorando
il verbo perfetto;
ti svegli di soprassalto e balzi da sotto
il piumino, sempre di più piccolino,
assonnato, accecato dalla voglia che
mai ti molla. Leggi l’originale,
ti gratti la cappoccia
poi scopri un compromesso
che forse funziona… Lo scrivi,
lo cambi e, quasi alla fine, ti
sfidi a trovare quell’altra voce
che forse rispecchia l’originale.
Tradurre fa bene ma pure male…

© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 29 ottobre, ore 18:29





SINGING THE BLUES

the thrill is gone... (B.B. King)

&, baby, the chill has come.
night has fallen without
the dawn… tomorrow will
blow covered with snow:
get me some ice-cream
before i begin to scream
how darkness is here, truly
sincere, to wish me good-bye
instead of adieu. i’ll tell you,
my life has been heaven & hell
full of love & of pain. i might,
nevertheless, show up again
to play that final refrain and
sing it again & again & again…


© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 30 October, at 4:56




CANTANDO I BLUES

Il brivido è sparito…
(B.B. King)


e, baby, è arrivato il gelo.
cade la notte senza
l’aurora… il domani
soffierà coperto di neve:
comperami un gelato
sennò inizio a gridare come
il buio è calato, veramente
sincero, e m’augura good-bye
al posto di adieu. mai ti dirò
della mia vita di cielo e d’inferno
piena d’amore e di dolore, tutta-
via potrei farmi ancora vivo,
suonare il ritornello finale e
cantarlo ancora, ancora, ancora…


© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore 30 ottobre, ore 5:25,
traduzione italiana dell’autore





SAMHAIN 2017

Stanotte al fianco del druido
Said-Lamer celebro Samhain
(altro che Halloween…)

Qua non arriva il mostro
senza testa da Sleepy Hollow,
soltanto la strega sulla sua scopa

che fa impazzire i nostri bambini.
Allegri vanno da casa in casa per
il trick or treating… Li aspetto

a braccia aperte con tanti dolcetti
e qualche scherzetto per farli
apprezzare quei doni inattesi.

L’amico Almerighi ha messo sul blog
una mia poesia ladina che preannuncia
l’arrivo dello Samhain scozzese, festa

palese più vecchia dell’Halloween
americano; insieme ai druidi celti
di notte scappo nel bosco sacro

sotto una pianta di alloro, al fianco
dell’anziana quercia…
Spiriti antichi si faranno vivi per

bisbigliare e poi ballare le classiche note
tradizionali della propria tuàtha. Gira
e rigira insieme agli spiriti del bosco

d’Irlanda fino ai menir di Stonhenge
parlando coi vivi-morti, con i morti-
vivi finché sentirò le loro risposte

dal Giano bifronte. Boudicca la nostra
gatta siamese girava intorno alle siepi
di casa sempre in punta di piedi;

temeva forse qualche anima felina e
gemella anche se la seguiva suo fratello
un po’ più ciccciotto di lei, magrina…

A Hammond, Indiana, i nostri figli
ogni anno, fino alle loro 16 stagioni,
facevano il giro di tutto il quartiere

per racimolare dolci e monetine
(al massimo dieci cent alla volta).
Tornavano a casa a notte fonda
stanchi e con il mal di pancia…

Rientrato da 15 stagioni nel Cadore-
Catubrium, vado sù a Casera Razzo
per ascoltare i pochi Keltoi, vecchi

antenati: sento i loro bisbigli, i loro
racconti, le loro battaglie e poi
m’addormento sognando con loro…

© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 31 ottobre, ore 4:35









AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

Avete donato il vostro sangue
la vostra vita in nome della patria,
sofferto nelle prigioni nemiche
sepolto i vostri compagni sotto
il ghiaccio della Siberia, sotto
le sabbie di El Alamein; sui monti
del Carso, sulle cime delle Dolomiti.

Quanti dispersi e quanti corpi mai
ritornati fra i propri cari: alpini,
marinai e bersaglieri: capri espiatorii
dell’arroganza e prepotenza dei
troppi potenti su questa terra…

Preghiamo sempre: “Mai più le guerre”
però la terra è zeppa di sangue, di ferite,
di profughi innocenti che scappano
dalle macerie. Vogliamo la pace!



© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 4 novembre, ore 8:00




PRE-GNOSIS


If you know yourself…




Nella favola credevo di conoscere me stesso
e non sapevo proprio nulla: ero appena uscito
dall’utero materno come dal Paradiso. Poi
ho sognato il passato quasi del tutto cancellato
dopo aver subito 16 dosi di elettro-shock.



[…]



All’improvviso tutto era nuovo, una lavagna bianca;
la mente stanca, la memoria distrutta dal viaggio
oltremare: ... Sessant’anni scavando, graffiando
piangendo l’Eden lasciato in Cadore. I miei genitori
convinti che le strade statunitensi fossero spalmate
di lastre dorate mi avevano lasciato “adottare”
dallo zio materno Toni Nicolai. A 16 anni lo strappo
mortale lasciò ferite mai più guarite. I mali degli avi
si ritorcono sui figli…



[…]



A Hammond, Indiana, vicino a Chicago, come Davide
Copperfield, iniziai il calvario. La malvagità del padre



adottivo, lo shock del nuovo ambiente, sentirmi
abbandonato dalla mia gente sembravano rocce
che non riuscivo a scalare. Un minimo passo alla volta
con sofferenze e nostalgia incominciai l’arrampicata…



[…]



Buchi ovunque (sinapsi spaccate e maciullate dal logorio
quotidiano), pian piano sembravano possibilmente 
conquistati se non tappati. Ma la sorte sempre sorprende.
Ho scoperto l’amore troppo tardi come l’orso ibernato
ma senza compagna. Sembravo imbalsamato dal dolore
che non mollava: genitori che m’avevano condannato
all’esilio, mai voluto, oltreoceano. E da lontano sentivo



il pianto desolato della madre e la vecchiaia affannata
del padre; l’assenza dei fratelli e delle sorelle; la voce
dei boschi, le crode, i prati, gli uccelli e l’aria frizzante
delle Dolomiti… Il Lago Michigan non mi consolava.



[…]



L’immensa pianura industriale intorno alla Windy City
brulicava di industrie, treni, grattacieli, immense
coltivazioni, con ciminiere e cokerie per fare l’acciaio 
che sputavano
inquinamento nel cielo e nell’acqua (là dove ho lavorato
per 4 anni come operaio mentre frequentavo il College)
e spesso ritornavo ai miei sogni giovanili quando vedevo 
cowboys e indiani convivere tranquilli negli U.S.A.
Come le altre minoranze ho sofferto bullismo, razzismo
e bigottismo nel grande calderone statunitense…



[…]



Semi-sepolto fra le pieghe di 5 ospedali per i malati bipolari
ho lottato per sopravvivere alla notte incalzante. Sposato
e con 2 figli sono poi ritornato alle mie radici cadorine
per ri-trovarmi ancora sradicato: un Nemo profeta in patria
mal capito e percepito. Per l’anima migrante non c’è scampo.




Qualche rara volta una carezza, una parola hanno tappato
il mio buco nero, la voragine infinita della vita sulla terra.
L’amore della mia Procellaria ha fatto tutta la differenza.
Al suo fianco ho riscoperto la magia della poesia, la musica
del cuore, l’affinità elettiva… Ho cercato di tradurre 
il malore esistenziale senza scampo: qualche verso ha 
giovato, ha guarito qualche ferita. Però la mente



madre/matrigna non dimentica niente. Elabora, logora
fino alla fine… ben oltre il confine.


© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 11 novembre, ore 12:33
Festa Di San Martino, Patrono di Vigo

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