Fernando Monzio Compagnoni, La mano che scrive PERCHÉ TRADURRE? Sfogliare parole e parole, scoprire scavare la giusta misura che spesso non esiste nell’altra parola, creare metafore, neologismi, analogie; ti senti ignorante, analfabeta, però non sai perché non molli… passione, testardaggine o stupidaggine? Non so, ma la sfida irrequieta rimane, corrode il cervello e anche il domani. Si chiudono gli occhi e troppo stanco ti tuffi sul letto ma leggi sempre, a volte sfiorando il verbo perfetto; ti svegli di soprassalto e balzi da sotto il piumino, sempre di più piccolino, assonnato, accecato dalla voglia che mai ti molla. Leggi l’originale, ti gratti la cappoccia poi scopri un compromesso che forse funziona… Lo scrivi, lo cambi e, quasi alla fine, ti sfidi a trovare quell’altra voce che forse rispecchia l’originale. Tradurre fa bene ma pure male… © 2017 Adeodato Piazza Nicolai Vigo di Cadore, 29 ottobre, ore 18:29 SINGING THE BLUES the thrill is gone... (B.B. King) &, baby, the chill has come. night has fallen without the dawn… tomorrow will blow covered with snow: get me some ice-cream before i begin to scream how darkness is here, truly sincere, to wish me good-bye instead of adieu. i’ll tell you, my life has been heaven & hell full of love & of pain. i might, nevertheless, show up again to play that final refrain and sing it again & again & again… © 2017 Adeodato Piazza Nicolai Vigo di Cadore, 30 October, at 4:56 CANTANDO I BLUES Il brivido è sparito… (B.B. King) e, baby, è arrivato il gelo. cade la notte senza l’aurora… il domani soffierà coperto di neve: comperami un gelato sennò inizio a gridare come il buio è calato, veramente sincero, e m’augura good-bye al posto di adieu. mai ti dirò della mia vita di cielo e d’inferno piena d’amore e di dolore, tutta- via potrei farmi ancora vivo, suonare il ritornello finale e cantarlo ancora, ancora, ancora… © 2017 Adeodato Piazza Nicolai Vigo di Cadore 30 ottobre, ore 5:25, traduzione italiana dell’autore SAMHAIN 2017 Stanotte al fianco del druido Said-Lamer celebro Samhain (altro che Halloween…) Qua non arriva il mostro senza testa da Sleepy Hollow, soltanto la strega sulla sua scopa che fa impazzire i nostri bambini. Allegri vanno da casa in casa per il trick or treating… Li aspetto a braccia aperte con tanti dolcetti e qualche scherzetto per farli apprezzare quei doni inattesi. L’amico Almerighi ha messo sul blog una mia poesia ladina che preannuncia l’arrivo dello Samhain scozzese, festa palese più vecchia dell’Halloween americano; insieme ai druidi celti di notte scappo nel bosco sacro sotto una pianta di alloro, al fianco dell’anziana quercia… Spiriti antichi si faranno vivi per bisbigliare e poi ballare le classiche note tradizionali della propria tuàtha. Gira e rigira insieme agli spiriti del bosco d’Irlanda fino ai menir di Stonhenge parlando coi vivi-morti, con i morti- vivi finché sentirò le loro risposte dal Giano bifronte. Boudicca la nostra gatta siamese girava intorno alle siepi di casa sempre in punta di piedi; temeva forse qualche anima felina e gemella anche se la seguiva suo fratello un po’ più ciccciotto di lei, magrina… A Hammond, Indiana, i nostri figli ogni anno, fino alle loro 16 stagioni, facevano il giro di tutto il quartiere per racimolare dolci e monetine (al massimo dieci cent alla volta). Tornavano a casa a notte fonda stanchi e con il mal di pancia… Rientrato da 15 stagioni nel Cadore- Catubrium, vado sù a Casera Razzo per ascoltare i pochi Keltoi, vecchi antenati: sento i loro bisbigli, i loro racconti, le loro battaglie e poi m’addormento sognando con loro… © 2017 Adeodato Piazza Nicolai Vigo di Cadore, 31 ottobre, ore 4:35 AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE Avete donato il vostro sangue la vostra vita in nome della patria, sofferto nelle prigioni nemiche sepolto i vostri compagni sotto il ghiaccio della Siberia, sotto le sabbie di El Alamein; sui monti del Carso, sulle cime delle Dolomiti. Quanti dispersi e quanti corpi mai ritornati fra i propri cari: alpini, marinai e bersaglieri: capri espiatorii dell’arroganza e prepotenza dei troppi potenti su questa terra… Preghiamo sempre: “Mai più le guerre” però la terra è zeppa di sangue, di ferite, di profughi innocenti che scappano dalle macerie. Vogliamo la pace! © 2017 Adeodato Piazza Nicolai Vigo di Cadore, 4 novembre, ore 8:00 |
PRE-GNOSIS
If you know yourself…
Nella favola credevo di conoscere me stesso
e non sapevo proprio nulla: ero appena uscito
dall’utero materno come dal Paradiso. Poi
ho sognato il passato quasi del tutto cancellato
dopo aver subito 16 dosi di elettro-shock.
[…]
All’improvviso tutto era nuovo, una lavagna bianca;
la mente stanca, la memoria distrutta dal viaggio
oltremare: ... Sessant’anni scavando, graffiando
piangendo l’Eden lasciato in Cadore. I miei genitori
convinti che le strade statunitensi fossero spalmate
di lastre dorate mi avevano lasciato “adottare”
dallo zio materno Toni Nicolai. A 16 anni lo strappo
mortale lasciò ferite mai più guarite. I mali degli avi
si ritorcono sui figli…
[…]
A Hammond, Indiana, vicino a Chicago, come Davide
Copperfield, iniziai il calvario. La malvagità del padre
adottivo, lo shock del nuovo ambiente, sentirmi
abbandonato dalla mia gente sembravano rocce
che non riuscivo a scalare. Un minimo passo alla volta
con sofferenze e nostalgia incominciai l’arrampicata…
[…]
Buchi ovunque (sinapsi spaccate e maciullate dal logorio
quotidiano), pian piano sembravano possibilmente
conquistati se non tappati. Ma la sorte sempre sorprende.
Ho scoperto l’amore troppo tardi come l’orso ibernato
ma senza compagna. Sembravo imbalsamato dal dolore
che non mollava: genitori che m’avevano condannato
all’esilio, mai voluto, oltreoceano. E da lontano sentivo
il pianto desolato della madre e la vecchiaia affannata
del padre; l’assenza dei fratelli e delle sorelle; la voce
dei boschi, le crode, i prati, gli uccelli e l’aria frizzante
delle Dolomiti… Il Lago Michigan non mi consolava.
[…]
L’immensa pianura industriale intorno alla Windy City
brulicava di industrie, treni, grattacieli, immense
coltivazioni, con ciminiere e cokerie per fare l’acciaio
che sputavano
inquinamento nel cielo e nell’acqua (là dove ho lavorato
per 4 anni come operaio mentre frequentavo il College)
e spesso ritornavo ai miei sogni giovanili quando vedevo
cowboys e indiani convivere tranquilli negli U.S.A.
Come le altre minoranze ho sofferto bullismo, razzismo
e bigottismo nel grande calderone statunitense…
[…]
Semi-sepolto fra le pieghe di 5 ospedali per i malati bipolari
ho lottato per sopravvivere alla notte incalzante. Sposato
e con 2 figli sono poi ritornato alle mie radici cadorine
per ri-trovarmi ancora sradicato: un Nemo profeta in patria
mal capito e percepito. Per l’anima migrante non c’è scampo.
Qualche rara volta una carezza, una parola hanno tappato
il mio buco nero, la voragine infinita della vita sulla terra.
L’amore della mia Procellaria ha fatto tutta la differenza.
Al suo fianco ho riscoperto la magia della poesia, la musica
del cuore, l’affinità elettiva… Ho cercato di tradurre
il malore esistenziale senza scampo: qualche verso ha
giovato, ha guarito qualche ferita. Però la mente
madre/matrigna non dimentica niente. Elabora, logora
fino alla fine… ben oltre il confine.
© 2017 Adeodato Piazza Nicolai
Vigo di Cadore, 11 novembre, ore 12:33
Festa Di San Martino, Patrono di Vigo
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