Mariacristina Pianta, Camillo e gli altri, Mimesis 2016
Il
nuovo libro di Mariacristina Pianta, composto da brevi prose e da poesie, si
connota per l'impronta impressionista, individuabile nei testi, che come
schegge accennano a paesaggi onirici, alla solitudine dell'uomo, alla perdita,
al tempo, misura delle cose. La copertina e le illustrazioni di alcune poesie
sono stati magistralmente realizzati, con
le tecniche della china e dell'acquarello, da Luisella Deiana Patetta.
La perdita di Camillo, l'amato gatto della poetessa, al quale sono
dedicati una lettera e diversi testi poetici, diventa presenza, che supera nel
ricordo l'ineluttabilità della morte. Il
lutto si trasfigura, rivive, si fa mondo.
La lettera a Camillo ci introduce e chiarisce il legame
profondo dell'autrice con la parola poetica e la consapevole accettazione
dell'interdipendenza che attraversa gli
esseri e le cose. Dalla lettura si evince l'intensità delle atmosfere, colte e
trattenute da uno sguardo, attento alla realtà, ai suoi legami, ai suoi enigmi
e ai molteplici richiami di cui la vita si compone. Il dolore, la
perdita, vengono tutelati, cantati, e, come in un canone, risuonano, immersi
nell'incatturabilità del tempo, che soltanto la poesia può sottrarre. La mente
è lo spazio possibile in cui raccogliere, anche se per pochi attimi,
squarci di labili ricordi. La memoria svanisce, effimera, risucchiata dal finire delle cose: pag. 45
“Cancella la neve / rare orme. / Pare / assente la vita”. Nel viaggio esperienziale
di Mariacristina Pianta, Camillo é anche l'altro, riconoscibile nelle
persone e nei paesaggi, condivisibili ombre,
presenze, di cui la poetessa, in
pochi tratti, ci rende partecipi: pag.
53 “Lunghi veli neri / si curvano al vento / tra alte mura”. La perdita sembra
scandire ritmi in un consapevole non ritorno, infatti, i ricordi, le persone
scompaiono o rivivono, senz'anima, nella trama del tempo. La poesia di
Mariacristina Pianta celebra il vissuto, la malinconia intrinseca alle cose, per testimoniare attraverso la parola
come la memoria è rappresentazione
fragile dell'esistente: pag. 44.
“Si illumina tortuoso / cammino, evento nuovo/ per noi allora bambini…”
Rievocazioni e meditazioni sono i custodi della parola poetica, che come un mantra ripetuto, riappacifica e recupera, attraverso una possibilità di scrittura, segni di lacerazioni, squarci di ombre significative, amate. Al potere del tempo, artefice di vita e di morte, la poesia può sottrarre una pagina bianca, luogo sacro, dove, viva la parola poetica, si fa strumento salvifico: pag. 26 “… resta sospeso / uno spazio bianco / rapido s'insinua / tra le nostre piccole / storie / quando imbronciato il sole / nasconde il suo sguardo”. Giampiero Neri, nella breve nota introduttiva al libro, conclude: “Ma è tutto il lavoro che ha dei punti di forza e che risulta convincente.”
“Si illumina tortuoso / cammino, evento nuovo/ per noi allora bambini…”
Rievocazioni e meditazioni sono i custodi della parola poetica, che come un mantra ripetuto, riappacifica e recupera, attraverso una possibilità di scrittura, segni di lacerazioni, squarci di ombre significative, amate. Al potere del tempo, artefice di vita e di morte, la poesia può sottrarre una pagina bianca, luogo sacro, dove, viva la parola poetica, si fa strumento salvifico: pag. 26 “… resta sospeso / uno spazio bianco / rapido s'insinua / tra le nostre piccole / storie / quando imbronciato il sole / nasconde il suo sguardo”. Giampiero Neri, nella breve nota introduttiva al libro, conclude: “Ma è tutto il lavoro che ha dei punti di forza e che risulta convincente.”
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