Nuvole
rosa
magari andremo alla biennale insieme quest’anno e saremo rotondi così come sono
ora
i miei fianchi stretti nella camicia blu e guarderemo una foto con
nuvole rosa:
un
tramonto a Skye, isola scozzese di nubi.
Prima
anni fa, guardavo fuori dalla finestra nuvole rosa nella mia casa a
Montpellier
leggevo
Zagajewski a misurare il vuoto nelle sfumature, fare il verso agli
oggetti
non
mi chiamavi ancora per nome, il mio nome riposato che pronuncerai
scendendo
in spiaggia per non sentire aria sul polso delle dita
e
dimenticare il moto del cielo. Dopo così tanti anni
dei
miei prodigi di bambina e del destino di donna,
preparerai
non solo fragole e biscotti
leggerai
poesie in inglese, deciso a prendere di me stessa
fino
il fondo dei ricordi che accarezza un tavolo preparato per la cena.
E
sfilerai la mia camicia blu quando sarò in cucina con le dita
colorate a riempire
bottiglie
antiche e moderne quando davanti allo specchio leggo poesie
e
si è fatta bianca ogni vertigine,
ogni
porta è aperta, e toglimi lo sperma se non ti piace,
guardo
questa foto e il cielo si fa visibile, quando non eri con me,
quando
sarai con me ad accarezzarmi i piedi.
***
sono
tutti convinti di rendere migliore il mondo.
La
tua mancanza non mi ha migliorata, sei il tramonto di ogni
personaggio
shakesperiano,
un porto di barche chiuse di notte dove mi siedo e torno a pensare
vibra
in un museo il tuo nome che chiama lettere e pubblica in una
antologia
di
me e te, noi, tu sei fuori dall’ovvio del mondo
una
linea di Kandinskij che leggevo in bus a La maddalena
nasco
ancora nelle tue occasioni in paesaggi ispirati allo studio degli
anni visitandoci
come
bicchieri pieni del mio talento e del tuo uniti in un solo pasto una
musica
pulsante
che include il tuo ricordo e il mio.
Tutto
ciò che era dietro la distanza non lo conosci.
I
giochi di abbandoni con la poesia, i vari amplessi.
Le
pigne colada, le noci di cocco, le lettere ai testi.
So
che tagli questa mela, e mi restituisci tutto il pianto,
e
parlo al mondo rischiarato, queste nuvole non chiamano altezze
le
trame sono cadute, le lettere chiuse in bottiglie,
dietro
la distanza degli anni mi cambio ancora, solo per te.
***
mi
ascolti. Mi ascolti dimmi quando ti tocco i capelli,
e
cogli per me i nomi di tutti a difendermi dal mondo,
a
levarmi le forme di diva abbandonata.
Ho
scritto ovunque poesie anche di notte al mare,
intendi
essere l’eccezione, voglio tornare a casa
la
tua casa di uomo di petto, di mani
intendi
procreare l’eccezione, e magari
passarla
al valore di carriera, e guardarla con meraviglia
così
sulla spiaggia il mio fondo di donna
potrà
dire la tua promessa, sono stata nascosta negli anni
ma
creata senza errori, le valigie, le lune che salgono
nel
nostro letto dormono solo animali felici
nelle
nostre sere solo spettacoli in voga
quando
Sabatina torna a casa e ti racconta
brividi,
domande abbandonate al fiume degli anni
e
non ho più alcune visioni, la vita con la verità
ha
prosciugato ogni bisogno di bugia.
Vero
esistito senza tempo
leggero
mi baci la gola, dammi ciò che è mio e vive
e
trasforma tutto dammi tutto ciò che è mio e vive.
Non
sarò mai la tua dea, solo la tua cerbiatta.
Quando
Sabatina torna a casa e dice
fai
ritorno alla futura moglie,
e
poi in diagonale, tenuta con le spighe
dinanzi
a un filare di alberi
le
ore del giorno mutano mano nella mano.
Sabatina
Napolitano
(inediti)
Nessun commento:
Posta un commento