lunedì 24 luglio 2017

Giovanna Iorio, tra silenzio e attesa in FareVoci – Rivista di Scrittura

Voce d’autore: La neve è altrove


Giovanna Iorio, tra silenzio e attesa


C’è sempre bisogno della neve.
Anche quando non c’è, anche quando è da qualche altra parte.
Forse è l’invocazione al suo bianco, che tutto copre o che tutto svela?,
forse è la necessità del suo silenzio, che mette sempre radici profonde….
La neve è altrove” è la raccolta poetica di Giovanna Iorio,
autrice che vive a Roma, e che con questo suo libro edito da Fara,
è riuscita a fare un gran bel lavoro di ricerca, di senso ed espressione.
Una raccolta di poesie che trova sulla pagina un senso di attesa, un senso
di sospensione che permette alle sue parole di costruire un luogo
dove poter stare. È un invito, per ricordare anche che “C’è ancora
tra la voce e il vento un vecchio/ patto: sollevare ciò che è caduto
”.


Giovanna Iorio

dal libro:


Mi piacciono le mani
quando non afferrano niente
quando se ne stanno ferme e il tempo
mi attraversa le dita come se fossero rami
e il vento la vita.


*


La neve è altrove
a noi parla il grigio del cielo
da qualche parte le volpi attraversano
pagine bianche – Oh, voi che affondate
le zampe in questo silenzio
tornate.


*


Vedi, a me non importa l’eternità. È noiosa.
Tutto in fondo si ripete all’infinito. Io amo
le cose che finiscono soprattutto se posso
sentirne il suono: le foglie, il temporale, la voce,
il tuo sorriso.


*


Sono soli perfino gli alberi
nei boschi in un giorno senza vento


*


Faccio quello che posso:
impasto il pane
metto a bollire un osso
scelgo con cura le verdure
riempio la stanza di vapore
nel bianco scompare il dolore.




Giovanna Iorio

Intervista a Giovanna Iorio:


All'inizio del libro c'è una volontà di 'rimanere fermi', forse perché tutto gira così vorticosamente? e allora 'rimanere fermi' diventa un punto di riferimento per se stessi?La scrittura è equilibrio. Come un funambolo lo scrittore avanza sulla corda tesa, sfida il vuoto. Ci sono istanti in cui ci si ferma per non perdere l'equilibrio. Più che una volontà credo si tratti di una necessità, per poter avanzare senza cadere.

Queste poesie sembrano nate dal silenzio. Ma che silenzio è?Sto leggendo molti testi sul silenzio, e sono felice di questa osservazione perché è esatta. Il silenzio, come il vuoto, è pieno di suoni primordiali che oramai non riusciamo più a distinguere. Questo silenzio è necessario alla scrittura, ogni parola vi galleggia dentro. Le mie poesie sono molto brevi, ogni parola è un tentativo di far emergere i suoni dell'anima dal silenzio primordiale denso di suoni.

Per tutta la raccolta si respira anche un senso di tempo sospeso, quasi di attesa..L'attesa è la condizione necessaria della creazione stessa. Tutto nasce e si forma lentamente nell'attesa. Le parole devono rinascere tutte le volte che le usiamo, per poter tornare ad essere nuove. La poesia cerca la morte e la resurrezione della parola, sospende il tempo, si ribella al suo implacabile divenire.

Anche la solitudine in queste pagine è importante. È voluta e necessaria, o una condizione in cui si finisce per ritrovarcisi?Credo che chi scriva faccia esperienza di una solitudine diversa da quella comune. In questo tentativo di dialogo con il silenzio la solitudine diviene "stanza", luogo da abitare quotidianamente e in cui invitare le parole ad entrare. Sperando che accettino l'invito...

Una sensazione di fragilità traspare in modo continuato. È uno degli sguardi su cui si è posato lo scrivere di questo libro?Siamo abituati a cercare il conforto nelle cose forti e durevoli, ci illudiamo di poter restare aggrappati ad esse come ad una roccia. Ma la fragilità è una forza nascosta dell'esistenza. Nelle cose fragili c'è il nostro destino. Bisogna imparare ad ascoltare il suono delle cose fragili perché quando qualcosa si rompe vi è una rivelazione. Anche la voce si "rompe". Una "voce rotta dal pianto", nasconde un mistero imperscrutabile.

La neve, è più quello che copre o quello che svela?La neve è silenzio e attesa. La neve è l'altrove che ti viene a cercare un fiocco alla volta. La neve copre e svela allo stesso tempo. La distesa bianca è la somma di meravigliosi fiocchi tutti diversi, eppure perfettamente uguali nella loro misteriosa geometria. La neve è il nulla che rivela la sua complessità sconosciuta. Io amo la neve perché rallenta il tempo, ne disegna il contorno su ogni cosa. Lo rende visibile.






L’autrice:
Giovanna Iorio vive e scrive a Roma. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie.
Le più recenti sono Haiku dell’inquietudine (Fusibilia 2016) e Frammenti di un profilo (Pellicano 2015,
con Post poesia di Renzo Paris). È presente in molte antologie tra cui Cuore di preda (CFR) e SignorNo
(SEAM). Scrive racconti (Domiveglia, Regina Zabo 2016) e radiodrammi (Rai 3 e Radiolibriamoci web).
Collabora con Roma&Roma, DiarioRomano ed Erodoto108.


(Giovanna Iorio La neve è altrove, Fara editore, 10 euro, 2017)
 



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