recensione di Renzo Montagnoli su Arte insieme
La valigia del meridionale e altri viaggi (poesie 1975 – 2011)
di Vincenzo D’Alessio
Prefazione di Anna Ruotolo
Copertina di Luna Castroni
Fara Editore
www.faraeditore.it
Poesia
Pagg. 76
ISBN 978 97441 13 7
Prezzo Euro 11,00
L’aedo
del Sud
Non
me ne voglia l’autore, che infatti stimo molto, ma nel leggere
le poesie che compongono questa raccolta mi è venuto in mente
un altro uomo del Sud, un grande poeta che troppo presto ci ha
lasciato: Rocco Scotellaro. Infatti, nei versi ritrovo quel misto di
nostalgia e rimpianto, non dissociato peraltro anche da un sentimento
di ribellione all’ingiustizia che erano propri del poeta di
Matera. Più che somiglianze, direi che c’è lo
stesso spirito che, accomunando un lucano con un campano, riesce a
dare voce a un meridione avaro di ricchezze materiali, ma ricco di di
sentimenti e di aspirazioni, le stesse che nella sua veste di
emigrante si porta dietro nella valigia colui che, pur amando la sua
terra, è costretto ad andare altrove, per sfuggire alla
miseria (noi giovani emigrati del Sud / pietre staccate da
montagne / restiamo a Nord vestiti /di lutto per la terra
nemica /…). Costretti quasi all’esilio i meridionali
vivono nel ricordo di ciò che hanno lasciato, a quelle cose
buone di una volta di cui noi, al Nord, non abbiamo più
memoria (Ti elogio pane di Montefusco / impasto di grano solare /
e acqua leggera di fonte / lievitato di notte pronto / all’alba
per salire nel forno /…) (La mia terra ha capelli /
spettinati di donna acerba / faggete colme di aquiloni / siepi al
sole /….). Ma se la nostalgia può placare il
rimpianto, l’assenza di una speranza di ritorno in un sud
diverso, volto a riabbracciare i figli dispersi, si traduce in una
sorda rabbia per quello che potrebbe essere e forse non sarà
mai (Il Sud ha sapori / di ruggine e tradimenti / del poco lavoro
della sofferenza /…) e rende ancora più stridente
il confronto con un ricco artificioso Nord, dipinto con quei giochi
di luce che solo un poeta può vedere (Ci sono notti di
pietra. / Milano non dorme / strade arse di petrolio /rombo sopra
l’urlo / delle chiese /…). È tuttavia una
rabbia senza rancore, è il dolore della rassegnazione che
mitiga l’affanno nel ricordo, latente, ma sempre pronto a
emergere quando necessario (Canto meridionale dove sei? / bussi
alle porte antiche / delle case, scendi le scale ripide / che vanno
verso il mare / svegli i miti / nel verde dei lecci / sopra sassi
puri / reggi le armonie dei cieli. /…).
È un meridione che riappare nella nebbia del tempo e la cui debolezza,
fonte di un’eterna diaspora, intenerisce il cuore, riluce come
una vampa nel focolare e fa sognare anche chi mai l’ha
conosciuto.
Vincenzo D’Alessio è nato a Solofra nel 1950. Laureato in Lettere all’Università di Salerno è stato l’ideatore del Premio Città di Solofra, nonché il fondatore del Gruppo Culturale “Francesco Guarini” e dell’omonima casa editrice. Acuto e attento critico letterario, ha pubblicato anche saggi di archeologia e storia (v. bibliografia Polo SBN di Napoli). Diverse le raccolte poetiche che anno ricevuto premi e riconoscimenti, la più recente è La valigia del meridionale ed altri viaggi (Fara 2012, seconda edizione 2016 ). Nel 2014 vince con Il passo verde la pubblicazione in Opere scelte (Fara 2014). La tristezza del tempo è inserita in Emozioni in marcia (Fara 2015). Con Alfabeto per sordi è tra i vincitori del concorso Rapida.mente ed è stato inserito nell’omonima antologia (Fara 2015). Tutte e tre le sillogi sono riproposte in appendice a Immagine convessa.
Renzo
Montagnoli
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