versi di Enrica Musio per la kermesse faentina Umiltà e letizia
Una preghiera ansimante,
fatta di candore
mi giungerà nell’amen
quando la vita
finirà con una paura
e
con un coraggio
prima poi finisca
il viaggio
della latitanza.
***
Esco,
guardo la mia casa nuova
mi stupisco
dei colori delle pareti
mattoni animati
racconti della famiglia
mi vuole appartenere.
Madre Teresa
Piccola,
una grande donna
affettuosa
generosa
come un’ape operaia
laboriosa
formica di Dio
nella cività dell’amore
grande costruttrice di spirito
guida maestra
degli uomini
troppo avari di cuori
modello di speranza
per affamati e assetati
libertà
giustizia
tanta dignità
quello di Madre Teresa.
Fosse una vita vivendo
Verso qualcosa di semplice,
gli oggetti naturali
nella loro esistenza
irreprensibile
verso
qualche modo
un inganno organizzato
una specie in silenzio
solenne
vivendo fosse una vita
tornare precisa
dalle misure separate
qualche indizio
ricercando
ora morendo
estensione di fuggevole
perfezione
dentro tracciando
faticosamente
molti percorsi
un solo segno
punto ricercare
la luce addensa
di un futuro
indecifrabile.
POESIA DELL’UOMO
La poesia di uomo,
evoca sentimenti
giovane come rugiada al mattino
dimentico un egoismo
scrivo parole
al di là del tempo
come nessuna clessidra
potrà mai quantificare
parole scritte alla sabbia
eterne
forgiarle in amore.
***
Giunta la fredda vecchiaia,
prona
sulla scrivania
anziana.
***
In un angolo,
misteriosi capricci
chiamo
con attenzione
alla inconsolabile
destinazione.
****
Oscura chiarità,
festoso inferno
frenesia lucida
gioia impaurita
tra i pianti
e le risa
brevità dell’eterno
l’indice della mia vita.
****
Dico al mio corpo,
non volere quello
non possiedo
imparo la pace
del sapere
affinché un mondo
nuovo
possa sapere.
***
Anima perduta,
non so come
chiederti perdono
la mente è muta
non ci sono parole
la mente
non merita perdono
muta
all’orlo della vita
per mantenermi in vita.
***
Avvolto di pensieri,
cuore animo e coraggio
fatto di strazio
e oltraggio
se fossi utile
mai un danno
nell’allegrezza
nel pianto.
IL PELLEGRINO
Se il mio fine – trovare Dio,
fermati!
Due occhi
un’anima,
si rivolge nella mia eternità
Dio come un bel mare,
Dio prodigo senza fine,
senza misura,
si offre
si concede.
RIMA ITALIANA
Terra da un mare blu
come quello del Salento,
dipinse Raffaello –
la cupola Sistina
i marmi di Canova
le statue di Amor e Psiche,
dolore, amore,imprecazioni
Italia terra magica.
***
Preghiera della sera,
vivo seduta
ma vedo un’angelo
mentre son dal parrucchiere,
sento l’ipogastrio
mi fa male
i caldi escrementi
del piccione viaggiatore
poi improvviso delle
dolci bruciature
il mio cuore triste
sanguina giovane
nella cura
dei miei sogni
io piscio lontano.
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