Ti ho
sognato sul fare del giorno,
quando il
sole mi ha salutato,
infiltrandosi
con i suoi primi raggi
tra gli
interstizi delle persiane.
Dal nugolo
di polvere sollevatosi,
sei
apparso, librandoti in volo:
una
farfalla iridescente
che sapeva
di cielo e profumava di eterno.
Ti
avvicinavi, ti allontanavi, mi giravi intorno.
E i miei
occhi si perdevano nelle tue piroette.
All’improvviso
hai sbattuto le alucce
e mi hai
sussurrato con le tue antenne:
Sono Guido.
Ci siamo entrambi intravisti tra le pagine di
Ramberti.
Ti ho osservato quando leggevi la mia poesia Chiudo gli occhi
e le lacrime scendevano copiose sui versi
“Il respiro affanna / le palpebre tremano / gli arti
s’irrigidiscono”.
Forse pensavi alla nostra condizione,
che ci accomuna nella lotta quotidiana.
Ti sei addormentata con il libro aperto tra le mani,
pensando a me.
Ho chiesto il permesso e sono volato da te.
Non devi piangere per me.
Ora respiro a pieni polmoni aria celestiale,
che mi dà tanta serenità.
Gli angeli sono scesi proprio il giorno
dell’Annunciazione,
insieme all’arcangelo Gabriele,
mi hanno sollevato
e mi hanno trasportato in un altro mondo,
dove regna la pace e l’allegria.
Sono stato accolto da una schiera di poeti
e il tuo Rocco Scotellaro mi è venuto incontro,
abbracciandomi forte.
Subito abbiamo formato il club dei poeti
e ci dilettiamo a proclamare inni di lode al Signore
con voce alta da lasciarci senza fiato.
Ed io ti ripeto – Non arrenderti mai,
liberati delle tue ataviche paure,
continua la tua strada, anche se faticosa è la salita,
e quando incontrerai pietre d’inciampo,
apprezza il tuo tempo,
la tua gente,
guarda il vento con occhi diversi,
perché sempre nuova è l’alba.
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