di Enrica Musio
Nel libro di poesie scritto da Gianfranco Miro Gori E' cino, la gran bòta e la s-ciuptèda, le poesie sono scritte nel dialetto di San Mauro Pascoli, differente dal dialetto di Santarcangelo di Romagna.
Nel libro ci sono tre stazioni; prima e' cino: il cinema in tutte le sue manifestazioni, i ricordi che porta all’autore (molto legato al cinema).
Poi la gran bòta; legato a un tema cosmico, all’inizio della creazione di tutto: un tema filosofico e spirituale.
Infine la s-ciuptèda, ove c'è un confronto tra il babbo di Giovanni Pascoli e il suo assassino.
Il poeta Giovanni Pascoli in una famosissima lirica parla della morte di suo padre, fattore di Villa Torlonia, nella famosissima O cavallina, o cavallina storna, tanto studiata a scuola.
Un bellissimo libro: si sente l’aria nostrana della bella Romagna, e si potrebbe leggere accompagnandosi a un ballo liscio, con la musica dei Casadei, una mangiata di piadina con lo squaqquerone e una buona bevuta di cagnina e sangiovese.
Un bel libro da leggere che ci stimola a vedere anche un buon film al cinema, che fa sempre bene.
Questo libro mi porta anche a ricordare iò film di Tornatore Nuovo Cinema Paradiso.
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