domenica 11 gennaio 2015

Catullo nella rilettura di Mario Fresa


Mario Fresa



Recensione di Eugenio Lucrezi


La riflessione sull’antico è nutriente per il poeta, al quale porta linfa e sangue di immagini e di forme caricate di significati già soltanto perché date e ridate innumerevoli volte, e per questo preziose a chi cerca una lingua ricca di echi anche musicali, che si faccia eccezione all’opacità inerte della comunicazione di servizio. C’è però da stare in guardia, ché l’antico non è mai poetico di per sé, e il prelevarlo tal quale si porta appresso la fissità spettrale del reperto, la definitività, magari suggestiva ma non meno opaca, di un cadavere muto.
Ridare anima e vita allo spettro è dunque la sfida di chi si cimenta nella ripresa dell’antico, come fa con questo quaderno Mario Fresa, scrittore salernitano quarantenne e già insediato nel panorama letterario nazionale in virtù delle raccolte poetiche accolte in importanti collane, della cospicua attività di traduttore, di saggista curioso e, vivaddio, di impavido polemista... 


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Mario Fresa 

Catullo vestito di nuovo.
Quattordici imitazioni

Disegni di Prisco De Vivo

Galleria d'arte Lucis, Quadrelle, 2014

Edizione di 120 esemplari numerati











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