«Le visioni che affollano la poesia di Angela Caccia svelano come lampi nel buio una profonda quotidianità di affetti, un rispecchiarsi assiduo nella natura, un’intensa frequentazione con le voci più alte della letteratura, un approccio libero e personale alla religiosità. Ma non si tratta di contingenti momenti di grazia bensì dell’esito di un ostinato lavorio sui nuclei profondi della sua ispirazione la ricerca della verità, la fede, la relazione con l’altro, prossimo o lontano di una poesia mistero e maledizione che pensa e ripensa sé stessa, un raccontarsi pregando un Dio che non si commuove; versi che da intimi e personali diventano presto espressione collettiva e poi universale, come pensieri che cadono a petalo e qualcuno raccoglie dal campo della vita per ricomporre il proprio fiore.»
La giuria, presieduta dalla scrittrice Antonia Arslan e composta dal giornalista Sergio Frigo, dalla storica Elda Martellozzo Forin, dalla critica letteraria e docente universitaria Siobhan Nash Marshall e dal poeta Alessandro Rivali ha proclamato il vincitore il 14 dicembre, alle 9.30 presso l’auditorium dei Santuari antoniani in occasione della cerimonia conclusiva.
Una menzione speciale è stata
fatta in memoria di Gianmario Lucini, recentemente scomparso, autore del
libro Sapienziali, ed. CFR.
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