lunedì 7 aprile 2014

«Pensi al futuro ma a quello trascorso»: su Asterischi di Francesco di Sibio

nota di lettura di AR

È un cofanetto contenente 30 cartoncini: si inizia con quelli intitolati “Sedie e poltrone” (12), per passare ai “Versi panoramici” (5), seguono 13 poesie singole. È un viaggio fatto da un cittadino-poeta che il verso scelto per il titolo qui sopra (da “Sedie e poltrone” # 5), con la sua salace ironia (che l'autore rivolge anche a sé stesso e a certo diffuso e inerte intellettualismo di oggi), ci pare possa aiutarci ad assaporare con gusto, magari con la pelle a tratti sollevata. Nella poesia che funge da incipit è scritto: “La mia è la semplice voce di chi vuole / guardare curioso senza sconti la realtà, / pronto a sputare l'anima per rianimare l'orgoglio.”
Più avanti, al # 7, Di Sibio osserva che “La metafora è altrove / (…) / come petrolio su ali di uccello / si è smesso di fendere il vuoto”; e al # 9 (con implicito riferimento anche al libro di Giona): “Non posso vivere in una balena / piaccia o no è a mia vita. / Vorrei evitare questi giorni / con le ombre fitte sui miei inganni. / Provo ad accendere un fuoco.”
C'è un invito ad agire (# 11): “Preferisco le mani nel fango a pescare / ipotesi, fattori, cause ed effetti.”
E se “Anche un bagaglio pieno di speranza / cela in sé il virus della malinconia” (“Versi panoramici” # 3) e “il viaggio sia partire non fare ritorno” (ivi # 4), “Qui, dove i gerani mostrano spavaldi il loro colore rosso, / semino progetti e speranze, / innaffio, in attesa che rinasca  qualcosa” (La terra * 18). 
Si procede verso una confessione: “Trovo solo devastazione e guerra nella mia anima. / Vorrei scorgere una luce che penetri nel mio corpo / e fuoriesca impressionandomi” (Sperare * 23), che è una bellissima immagine di resurrezione; “Mi sento come in una scatola / con giusto l'aria che mi serve per vivere” (Come in una scatola * 29).
Ecco, questi asterischi certamente ci provocano, ci spingono a leggere i mutamenti sociali, gli sconvolgimenti politici e ambientali, registrano l'accidia che così spesso alligna in chi si considera “sapiente” e il narcisismo di un'età che desidera davvero non tanto l'epoché (la sospensione del giudizio) ma l'impegno di una parola attenta e solidali che sa “farsi”, che sa darsi. Che la memoria non sia freno, ma combustibile.



 
Commento di Francesco Di Sibio

Carissimo Alessandro,
 

con molto stupore ho letto la tua nota di lettura sui miei Asterischi.
Forse è inutile sottolineare che hai centrato in pieno il senso e lo scopo dei miei versi, le radici profonde o meno della loro genesi.
Se ci è dato un dono, è quello di guardare la realtà, masticarla, digerirla e provare a farla intendere agli altri.
Astraendosi, chiamandosi fuori, non si ha lo stesso impatto.
Non mi è mai piaciuto scrivere parole e versi distanti, non coinvolgenti.
La metafora leggera della sedia parla della gente che sa ancora tirarsi su le maniche e lavorare per sé e per il prossimo.
La poltrona, invece, è l'altra faccia, è la meta di chi fa del populismo la miccia per il proprio successo.
La poltrona è l'abbandonare lo spirito positivo e assuefarsi alla condizione del privilegiato.
Per mia fortuna nella vita ho avuto tanti maestri da cui apprendere briciole di saggezza spendibili nella vita,
non da ultimi i miei attuali datori di lavoro, i vescovi che si sono succeduti nella mia diocesi, dove svolgo un umile servizio.
Non tutte le poesie di asterischi sono autobiografiche, come la 29 da te citata; vuole essere lo sfogo di un condannato a morte in un'epoca dove ancora è lontano il pensiero di un italiano, Cesare Beccaria, che non solo aborriva la morte del condannato, ma metteva in discussione anche l'ergastolo: come fa la pena a redimere, se è per tutta la vita?
Sembrano domande filosofiche, ma sono reali, come le persone che hanno sbagliato e soffrono in una detenzione da cui troppo spesso si esce solo per un suicidio.
 


Francesco Di Sibio, irpino, è nato a Pontedera (PI) nel 1975. È impiegato presso l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Nel 2003 la CEI ha distribuito La Passione, una via crucis poetica, in tutte le parrocchie italiane, già pubblicata presso le Edizioni Parva di Rovigo nel 2001. È uno dei curatori della collana foto-poetica Pietre vive edita da Delta 3 Edizioni.Nel 2013 è stato terzo classificato nella categoria narrativa-romanzo al premio “L’inedito”, Lacedonia (AV). Ha realizzato varie manifestazioni culturali, soprattutto reading letterari.

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