giovedì 19 dicembre 2013

È uscito Il confine del sogno di Giorgio Mazzanti






http://www.faraeditore.it/nefesh/confinesogno.html


 
Giorgio Mazzanti, nato a Pesaro, vive a Firenze e insegna Teologia dei sacramenti a Roma. Accanto agli studi dei Padri della Chiesa, della Teologia e del simbolo, ha sempre avuto passione per i poeti e per la poesia che considera una dimensione indispensabile della vita. Ha pubblicato testi di poesia: Il Canto della Madre, Stranito, Nella adorata luce, Ma nulla ci saziò. Si è soffermato sulla natura della poesia con Tra soffio e carne ma anche sulle opere poetiche di Margherita Guidacci, di Mario Luzi e del suo amico sacerdote don Fernando Flori, di cui sta curando i Diari.

Giorgio Mazzanti

Il confine del sogno

€ 13,00 pp. 162 (Nefesh 7)
ISBN 978 88 97441 40 3 


“Non chiedere alla sera / l’elemosina della solitudine / dentro conversate frasi / di esclusione”, “Mai a casa / dentro di noi / sempre protesi all’aperta / finestra sulla linea / estrema del sogno”; “confine e taglio / contorno e alone / come può solo / il divino nella carne / la carne nel divino”… i versi di Giorgio Mazzanti sono sciabolate di luce negli anfratti palpitanti della materia animata dallo Spirito. Le due parti di questa raccolta hanno sezioni dai titoli fortemente evocativi (ad esempio, “I rami dei giorni”, “Fiordi di memoria”, “Alla brocca dell’eterno“, “Oltre lo scoglio”, “Tra i fuochi dell’ellisse”) e reciprocamente connessi: la voce del poeta accompagna e provoca chi la ascolta e ne condivide il destino, ovvero la fatica, certo non priva di dolore, della strada, unita alla bellezza ogni volta soprendente delle tappe di un cammino in tensione, ai margini dell’assurdo (“neppur più sai / direzione e percorso”) e sul ciglio dell’abisso (“un colpo inferto trancia / carne e sogno”), eppure affidato, perché l’uomo è l’essere in cui si gioca la libertà stessa di Dio nei confronti della Sua creatura (“ma qui il cipresso eleva / lo sforzo d’esistere”; “la nostra vita / appena un assaggio / di Altra”). In queste pagine soffia l’inquieta, amorosa (anche aspra) energia di un teologo che empaticamente si interroga sui “fondamentali” della Storia fecondata dal Vangelo: “Ségnalo / sull’agenda / è un giorno qualunque / per questo ségnatelo / vuoto / lascialo bianco / – pallore e sudario / pagina di silenzio / e rottura / non sigillarla / gira e basta // lì scrivi, lì / la tua storia / e vai…”

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