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Giorgio Mazzanti,
nato a Pesaro, vive a Firenze e insegna Teologia dei sacramenti a Roma.
Accanto agli studi dei Padri della Chiesa, della Teologia e del
simbolo, ha sempre avuto passione per i poeti e per la poesia che
considera una dimensione indispensabile della vita. Ha pubblicato testi
di poesia: Il Canto della Madre, Stranito, Nella adorata luce, Ma nulla ci saziò. Si è soffermato sulla natura della poesia con Tra soffio e carne
ma anche sulle opere poetiche di Margherita Guidacci, di Mario Luzi e
del suo amico sacerdote don Fernando Flori, di cui sta curando i Diari. |
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€ 13,00 pp. 162 (Nefesh 7)
ISBN 978 88 97441 40 3
“Non chiedere alla sera / l’elemosina della solitudine / dentro
conversate frasi / di esclusione”, “Mai a casa / dentro di noi / sempre
protesi all’aperta / finestra sulla linea / estrema del sogno”;
“confine e taglio / contorno e alone / come può solo / il divino nella
carne / la carne nel divino”… i versi di Giorgio Mazzanti sono
sciabolate di luce negli anfratti palpitanti della materia animata dallo
Spirito. Le due parti di questa raccolta hanno sezioni dai titoli
fortemente evocativi (ad esempio, “I rami dei giorni”, “Fiordi di
memoria”, “Alla brocca dell’eterno“, “Oltre lo scoglio”, “Tra i fuochi
dell’ellisse”) e reciprocamente connessi: la voce del poeta accompagna e
provoca chi la ascolta e ne condivide il destino, ovvero la fatica,
certo non priva di dolore, della strada, unita alla bellezza ogni volta
soprendente delle tappe di un cammino in tensione, ai margini
dell’assurdo (“neppur più sai / direzione e percorso”) e sul ciglio
dell’abisso (“un colpo inferto trancia / carne e sogno”), eppure
affidato, perché l’uomo è l’essere in cui si gioca la libertà stessa di
Dio nei confronti della Sua creatura (“ma qui il cipresso eleva / lo
sforzo d’esistere”; “la nostra vita / appena un assaggio / di Altra”).
In queste pagine soffia l’inquieta, amorosa (anche aspra) energia di un
teologo che empaticamente si interroga sui “fondamentali” della Storia
fecondata dal Vangelo: “Ségnalo / sull’agenda / è un giorno qualunque /
per questo ségnatelo / vuoto / lascialo bianco / – pallore e sudario /
pagina di silenzio / e rottura / non sigillarla / gira e basta // lì
scrivi, lì / la tua storia / e vai…” |
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