domenica 14 luglio 2013

Il battito e il respiro: A cieli aperti di Massimiliano Bardotti


di Subhaga Gaetano Failla


copertinaHo conosciuto un poeta, una sorpresa, una meraviglia, come un giorno ci sorprendiamo del respiro, del battito del cuore, ci sorprendiamo di essere vivi. Ho conosciuto un poeta e un nome terreno, un uomo che non tradisce la terra e nemmeno il cielo, che ha un nome Massimiliano Bardotti e un libro ultimo e primo, A cieli aperti (Thauma, maggio 2013), ho respirato questo respiro nella sua pagina bianca:*


Per detestabili santità celesti
Per inutili martiri
Per tempo e notte e morte che mai sognammo
Per generazioni tenebra
Per negoziati di stupore
Per pazzia transgenica
Per pudore malrivelato
Per oscene compulsioni
Per tiranni senza nome
Per tortura che non lievita
Per empietà regressa
Per fughe che non fuggimmo
Per tutto questo assurdo lamento
A cieli aperti che mai chiudemmo

  
Pulsa questa vita nelle parole-ali di Massimiliano Bardotti, striscia questo cosmo nei suoi guizzanti versi-biscia, parla questo caos nella poesia-silenzio di Massimiliano, nei respiri A cieli aperti, in questo suo sospiro estremo e primo:

Qui tutto nasce trabocca sboccia oltrepassa.
                                              Siamo in una regione rigogliosa.

Eppure lo sapevamo, lo sapevo già, che prima e dopo, e anche ora, esistono i poeti. Per sempre:

Finalmente, l’occhio torna al pianto
                                                    la bocca alla risata
                                                    l’Universo si spalanca.
                                                    Di noi, ciò che resta,
                                                    è perdersi nel centimetro di casa
                                                    ritrovarsi in terra sconfinata.



* Massimiliano Bardotti, A cieli aperti, Thauma, 2013. Pagine 64, euro 10. I versi qui riportati sono, nell’ordine, a pag. 10, 53, 48.

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