martedì 12 marzo 2013




Gli Epigrammi di Marziale 
nella nuova versione di Mario Fresa

recensione di Enzo Rega


Mario Fresa

Mario Fresa, raffinato poeta e critico salernitano, dedica un Omaggio a Marziale, scegliendo e traducendo per le Edizioni L’Arca Felice (Salerno 2011: Hermes. Collana di poeti tradotti da poeti) ventiquattro epigrammi del grande autore latino: Marco Valerio Marziale (39 o 40 d.C. -104 d. C. circa), nato e morto nella iberica Bilbili (attuale Catalayud in Aragona), è stato il più importante epigrammista latino.
Ricevuta la prima formazione a Tarragona, in Spagna, si trasferì a Roma nel 64, dove verso l’80 pubblicò i suoi primi epigrammi nel Liber de spectaculis in occasione dei giochi inaugurali dell’Anfiteatro Flavio (ovvero, il Colosseo). Verso l'anno 84 o 85 comparvero altri due libri di epigrammi:Xenia (doni per gli ospiti) e Apophoreta (doni da portar via alla fine del banchetto).
Dopo l’assassinio di Domiziano e sotto Nerva e Traiano, il nuovo clima instaurato a Roma si rivelò poco favorevole al tipo di poesia epigrammatica di Marziale, il quale nel 98 tornò nella sua città natale, dove l’aiuto di una ricca vedova gli permise di vivere agiatamente e di continuare a scrivere. Alla fine, sono quindici i libri di epigrammi pubblicati da Marziale, per un totale di 1561 componimenti.
Il giudizio, non completamente lusinghiero di Plinio il Giovane (Epist. III, 21): «era un uomo d’ingegno, acuto, pungente, che aveva nello scrivere moltissimo sale e fiele e sincerità; […] ma non saranno eterne le cose che scrisse».
La previsione non s’è avverata, però. 
Ecco un assaggio delle versioni in italiano di Mario Fresa:



I, 30
Faceva il chirurgo, ora il becchino. Poco male:
si vede che gli piace, il cliente orizzontale.


II, 13
Soldi al giudice, e al cancelliere, e all’avvocato.
Ma pagare i creditori, scusa, non è forse più sensato?


II, 88
Non ci leggi mai nulla,
caro Antonello,
ma ti passi per poeta.
Bene, te lo concedo:
a patto che continui
a non leggerci mai nulla.

Sarà più bello.


VII, 16
«Non ho un centesimo, Mario!
Allora, quasi quasi, quei regali
Che mi hai comprato
Me li rivenderei.
T’interessa, per caso, ricomprarli?»



VIII, 51
Ad Aspro, il cieco, Amore finalmente oggi concede
Una magnifica ragazza; e già per lei stravede.



Nella Nota finale che accompagna i componimenti, Mario Fresa precisa le modalità del proprio lavoro: «Le versioni saranno intese come una interpretatio ludica dei testi: la scelta della rima nasce dall’idea di una costruzione burlesco-sintetica della parola tradotta, nell’ipotesi di un travestimento di trasversale giocosità straniante. Non c’è “modernizzazione”, ma, al contrario, una specie di regressione gioiosamente infantile, in cui lo strumento edonistico del suono tende alla demolizione della presenza, e soprattutto dell’autorialità, dello stesso traduttore-giocatore».
Del ludus Mario Fresa beneficia dunque il lettore di questa scelta d’epigrammi. Fresa, che ha esordito nello “Specchio della Stampa”, presentato da Maurizio Cucchi, ha pubblicato in varie riviste prestigiose, da “Paragone” a “Nuovi Argomenti” e nell’“Almanacco dello Specchio” Mondadori. Ha pubblicato i volumi di poesia Alluminio (LietoColle, 2008) e Uno stupore quieto, edizioni Stampa 2009, «La collana», n. 27, a cura di Maurizio Cucchi, Varese, 2012 . ha pubblicato anche diversi saggi.
L’elegante plaquette è ulteriormente impreziosita da due interventi visivi di Carlo Villa, autore romano apprezzato da Sinisgalli e Pasolini.








un disegno di Carlo Villa che illustra la plaquette di Marziale





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