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breve riflessione di Carla De Angelis
Ecco un libro che cattura l’attenzione fin dal titolo Sparire in silenzio ritrovando il vento delle strade; chissà cosa avrà voluto dire l’autore, il poeta Bruno Bartoletti. Forse avrà preso un verso dalle sue poesie, o forse nel suo silenzio ha ritrovato il “ruah” quell’alito di vento che produce la respirazione, quel soffio leggero che ha dato inizio alla vita.
Leggerò il libro per ritrovare il silenzio del poeta, silenzio che non vuol dire tacere, ma ritrovare in sé stessi quello stato magico in cui la parole sorge e prende vita. I suoi versi sono un costante dialogo con la sua terra, con la memoria che rivive attraverso suo padre e sua madre. Poesie delicate, splendide dedicate anche all’amore e all’amicizia. Sono un dono prezioso, quasi un testamento.
Continuo in punta di piedi e con cautela perché il linguaggio oltre essere incisivo è emozionante. È il viaggio attraverso il tempo. Trascorsa l’età dell’infanzia, diventiamo coscienti del tempo che passa, prendiamo atto che accanto alla gioia c’è il dolore e la perdita, lungo la strada di persone e affetti. “Quando ero giovane avevo ali forti e instancabili / ma non conoscevo le montagne. Quando fui vecchio conobbi le montagne / ma le ali stanche non tennero più dietro alla visione.” (pag. 110).
Il poeta ci ricorda di Wystan Hugh Auden: quando le parole perdono significato, la forza fisica prende il sopravvento, ma il Nostro usa le parole con grande rispetto e con amore a pag. 54 la poesia A Diego è di una struggente tenerezza.
Spero di non attendere troppo per leggere altri suoi versi.
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