giovedì 24 maggio 2012
Anche i moli hanno un'anima (di pietra): poesie inedite di Serena Zugna
In tanto amore che ho
quello atteso e mai giunto
rende amaro il sole
che bevo con te
Dobbiamo essere più forti
delle assenze
e delle ferite
Amore
per godere di noi
***
Risalita all’ultimo
grande anello del vortice
posso credere nella vastità del cielo
che ho intorno
– da laggiù
miraggio in dissolvenza –
e così tenere eterno e saldo
il mio girare
sull’orlo dell’abisso
da dove la mia eco
chiama
***
Il molo si protende
Nel mare della sera
Vuoto e solo
Sta
Forte
Dell’anima sua
Di pietra
Trieste
L’amore è cresciuto
nel lungo esilio
da una parte di me
la mia parte di te
Ti ho cercata specchiata
in mari altrui
per non provare
così tanto dolore
che si acuiva e si stupiva
notando riflessi non tuoi
nelle mie nuove emozioni
Empatia
Cerco il senso
del mio soffrire
cerco un perché
che dia sollievo
Lo cerco in frasi altrui
in altrui pensieri
autorevoli per fama
o per fortuna
Ma se semplici parole
sfiorano con leggerezza
le piaghe dell’animo
leggére per non far male
perché conoscono
leggére
sotto queste carezze
risposte non servono più
non ha più senso il chiedere
***
Ho dato voce udibile
alla rabbia del cuore
ed il passato
è diventato peso che si può portare
Ho restituito pesanti valigie
non mie
a proprietari ignari che
stupiti
se le son trovate all’uscio
E nell’angolo di casa rimasto vuoto
ho posto rami
di mandorlo in fiore
***
Di me è rimasto il corpo
svuotato
strappatami l’anima
all’anima
E se questo è esser vivi
donatemi – vi prego dei –
una morte quïeta
Specchio traditore
Lo specchio del mio passato
è andato in frantumi
Non posso più specchiarvi
ore felici di giorni inventati
gocce d’amore
parole abbracci calore
Lo specchio traditore
ha frantumato il lieto fine
e i frammenti affilati
mi sezionano l’anima
Notte mancata
Sola sto fra inutili lenzuola
potremmo essere assieme a non dire parola
ma Orgoglio
decise l’assenza
Serena Zugna nasce a Trieste, si trasferisce a 6 anni Milano per motivi di lavoro del padre, ma mantiene per decenni con la città natale una frequentazione assidua, e da sempre un sentimento di amore e di nostalgia. Inizia a scrivere poesie da adolescente. Diploma di maturità scientifica e qualche anno di lavoro come impiegata, poi diploma di Educatore Professionale e lavoro con persone disabili adulte e con pazienti psichiatrici: persone con grosse difficoltà, delle quali apprezzare il loro essere sé stesse, vere, presentarsi senza filtri nel bene e nel male, con le loro fragilità, i loro sentimenti e stati d’animo. Pochi anni fa smette di lavorare ed ora si dedica a tutte le altre faccende interessanti della vita: dalla scrittura al bricolage, dalla fotografia al volontariato, all’assistere agli eventi vari che offre Milano: praticamente un’ “onnivora curiosa”. Nel corso del tempo il significato da lei dato al fare poesia si amplia, ed assume la valenza di una voce con cui comunicare con gli altri, perciò toglie le sue poesie dal cassetto ed inizia a partecipare a readings di poesia, con l’interesse di ascoltare e di far sentire la propria voce per contribuire al dialogo. Nel 2010 vince (ex-aequo) il concorso Fara Pubblica con noi con la raccolta “Cose da dire”.
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