giovedì 10 novembre 2011

Paolo Polvani su Colibrì di Anna Maria Tamburini

 da un messaggio del 2 nov 2011

… trovo portatore di una rivelazione il verso: dall'angolazione / che consente  vedere / la frazione di attimo. Perché tale angolazione coincide con lo sguardo poetico, quell'attitudine a cogliere le piccole luci dell'Adriatico al mattino e tradurre in parole l'emozione che ne deriva. Contiene la saggezza essenziale che comprende che ogni cosa asseconda e si adagia alla musica del cosmo. Nei versi ricorrono i bagliori che definiscono e svelano la poesia, la quale libera la luce dagli strati della terra lungo cicli di ere  minerali e riverbera i suoi riflessi nel volo che attraversa la vita. Scopre che la vita è lieve, e non lascia niente.
Una raccolta densa di domande, che s'interroga, che dispiega  i versi come impulsi elettrici e ne attende il ritorno.  
Una poesia dell'incertezza e della conferma. Molto variegata e originale nelle immagini: è bellissimo quell'orso che si consegna al sonno, così come tutta la nostra vita  ripete la fede del fiore nella morte.
La grande certezza di questo libro è l'amicizia per l'ape, per le orchidee, per le piccole forme di vita in cui si riflette la vita nella sua totalità, in cui manifesta e lascia sprigionare la sua energia.

(scheda del libro qui)

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