di Marcello Tosi
Una nuova raccolta di versi liberi in cui il poeta performer e artista cremasco si mostra ancora una volta capace di far scoprire suoni e significati della parola oggetto in senso sinestetico, reinventandola dal punto di vista linguistico che per svelarne la sua intima “oggettiva” realtà. Brulica il riverbero di artifici poetico surreali in cui una materia solo apparentemente impoetica, si rivale sorprendentemente tale, come memoria di poeta che si affidi al silicio dei chip delle corsie telematiche.
Ribollono nella magia dei giochi verbali i significati sommersi del discorso economico finanziario, che riemergono come in un magma dal blob televisivo e mass mediatico, Una sorta di antipoetica riscrittura dei bollettini di borsa e finanza che ci ossessionano e ci rincorrono ovunque attraverso display accesi, news e notiziari, tra paure planetarie di tsumani finanziari, tra accumuli ed eclissi di volatili fortune (“Dow Jones siede / appoggia la mano sul tavolo / la rovescia lentamente aprendo il palmo…”) .
“Azioni” poetiche si dipanano tra transazioni finanziarie, spericolate rincorse contabilizzate ad una fatua volatile ricchezza, che appare più simile a un gioco globale di società, tra bond, rating e inchieste, che travolge fragili equilibri e conduce intere nazioni sull’orlo dell’insolvenza, mentre “il bilanciamento differenziale delle spese mensile sussidiarie / illude e disillude”. “Sperequazioni fluttuate e deflazioni disinnescate”, liquidazioni, bolle e plusvalenze, investimenti, bilanci e passivi, sono come una “sutura in segmenti dorati” che dissolve immagini, traccia tabulati e diagrammi come “orografie luminose… tracce fluorescenti”.
“L’unico urlo traguardato nelle televisioni” fa apparire il mondo come un’immensa ricevitoria elettronica, vera slot dei sogni di carta straccia. In preda alla “transizione vibrante dei venti”, all’implementazione visiva di brand e trend, il pensiero è solvente, liquida è la realtà. Una società e società finanziarie senza più credito si fanno “homeless banking per profughi in fuga dal portafogli”. Come da un immenso salvadanaio di terracotta che si sgretola escono titoli, quotazioni in calo, è panico che serpeggia e si diffonde.
La “finanza di sabbia” (“terra del bonifico / acqua rasciuga / denaro liquida”), rende infine inestimabile e salvo il valore e il prezzo della parola, e “chi prenderà la parola traccerà la fine dell’oscillazione”. “Dislocare l’immaginazione con un prezzo” (la frase di Jack Hirschman riportata all’inizio della raccolta), significa, forse, ridare valore alle nostre stesse vite in balia di venti di speculazione e di una finanza ridotta essa stessa a un pirotecnico gioco verbale.
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