giovedì 7 aprile 2011

Su Colibrì di Anna Maria Tamburini

nota di lettura di Giuliano Ladolfi publicata su atelierpoesia.splinder.com


Anna Maria Tamburini, Colibrì, Rimini, Fara 2010

La poesia della Tamburini è un inno alla vita, moltiplicata dal colibrì, piccolo uccello che distribuisce il polline. Lo sguardo della scrittrice si concentra sul minuscolo vigore che penetra l’universo e contribuisce a produrre energia vitale: «nel sangue che assimila / dai frutti della terra / il respiro è combustione». Il segreto si consuma all’interno delle cose, anzi «di anime assai / più che di corpi». E tutto risponde alla legge dell’amore, in cui il singolo si riconosce e scompare, assume nome e identità e si perde in un comune destino: «È il frastuono d’oceano nel silenzio // vasto il pieno d’orchestra / delle orbite celesti / e lo Spirito non sai / donde venga e dove vada». La meraviglia travalica il senso delle parole e rivela un’esperienza difficile da comunicare, perché l’anima, come il giunco, asseconda la forza dell’universo (G. L.).

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