martedì 11 gennaio 2011

Linguaglossa su Carla De Angelis

urano
Cara Carla,

checché ne dica il tuo cognome da non confondere con quello dell'illustre milanese, la tua poesia, che ho letto attentamente e con piacere, rivela una autrice molto attenta al dato referenziale delle parole e una indubbia capacità di restare nell'orbita della inautenticità della società delle merci (anche linguistiche). Molto azzeccato il titolo A dieci minuti da Urano, con quell'ammiccare al surrealismo della bella copertina e molto interessanti le
tematiche post-moderne che utilizzi, anche se io, nella stesura dell'opera, avrei accentuato il lato grottesco e surreale delle composizioni... che comunque stanno molto bene insieme (tout se tient) dove il verso breve annuncia implicitamente (e rinnega) la brevità dello spot della civiltà mediatica... complimenti. 
Saluti e Buon Anno da  

***

Cara Carla,

con quell'espressione volevo alludere che Salutami il mare riesce meglio quando buca l'utopia del quotidiano, ovvero, buca le fraseologie delle poetiche quotidianiste (ad es. “L'Angelo ribelle / Non infligge pene // Inconsapevole / Ognuno / È carnefice dell'altro”; “La vita si è fermata / Nessuno tesse la tela / Il tempo non scorre / Nella stanza pietrificata”); le composizioni invece "paesaggistiche" ricadono inevitabilmente sotto la pesante eredità della poesia dell'epifania e del dono che tanto ha contribuito ad inquinare il Novecento. È vero che sono più leggibili ma restano anche più consumabili e gastronomiche. E quindi perlustrabili. Insomma, volevo dire che quando accentui il lato grottesco o surreale la tua poesia ne guadagna indiscutibilmente.

Nessun commento: