venerdì 5 febbraio 2010

Uno sbuffo di fumo (di Enrica Musio)

una silloge inedita dell'Autrice che ha appena pubblicato Senza saperlo nemmeno

POETA

Uno sbuffo di fumo,
e un Negroni
con il tuo sorriso ironico
racconti speranze
sogni e illusioni
con gli occhi di un uomo
che vede oltre il mare
con la sigaretta sulle labbra
e un bicchiere da svuotare.


***

Un bastimento avanzava troppo lentamente,
nel grigio della nebbia
appare una città velata
un porto strano
emigranti
accalcandosi e inferocendosi
solo qualche gruppo di italiani
vestiti di nero
ridicoli
urlanti
parole di libertà
ma solo ringhiano questi
feroci italiani vestiti
di nero.

***

SCHIZZA UN DISEGNO CELESTE,
IL MIO PECORUME
TRA I LIBRI DI SCUOLA
PRESTO SOLO
IN QUESTO
AVVAMPATO
SFASCIUME.

***

AL COLORE ROSSO

La mia rabbia rossa tutta piena di ira,
gli occhi rossi infiammati dalla brutta
congiuntivite
buone ciliegie rosse che aggusto
una mela rossa da mangiare alla sera
per stare bene e dimagrire
una cinquecento rossa parcheggiata a ore
il mio sangue rosso quando vado a fare gli esami
sole rosso quando tramonta
fuoco rosso zampillante nella stufa rossa di coccio
una bocca rossa da baciare
le scarpe rosse che camminano sull’asfalto
i rosso neri che battono
gli sfortunati interisti.

***

SUICIDIO

Un triste congedo
sentirsi poi
un ricordo
guadagnare prima la morte
un rifiuto cittadino
non indiferrenziato
una sola via di uscita.

(a Stefano Benassi) 



COME IL LIBRO

Ad ognuno
la propria storia
da leggere:
un proprio libro
da sfogliare
pagina dopo pagina
dove gli autori passivi
manichini protagonisti

nelle mani di un
editore
poi solo decide
alla nostra uscita
di scena.

***

[ricordando Ilaria]

LA PASSEGGIATA

Pedalo con una bici nera
un cesto traballante di vimini
vedo un lungo ponte
affronto una irta salita
vedo il negozio pieno di fiori
il corso pieno di negozi
quello degli orologi
l’ortofrutta di Angela
l’erborista
il cartolaio di fiducia
dove faccio fotocopie
la posta
in piazza l’edicola
poi al ritorno
il cimitero
con alti cipressi
qui
la casa di legno
dove è deposta
la mia cara
sorella.



LE CROSTE

I tuoi dipinti di dolore
finiscono
ora tutti
quanti nella soffitta
nella bella mansarda.



MERAVIGLIA DEL CREATO

La tua mano di artista,
ha ricamato
un prato
un bell'arcobaleno
quella tua
mano di artista
ha colorato.



MANI

Tue mani esili
un tuo primo capello bianco
ci siamo parlate
senza guardarci
ho capito era
solo
un caro sogno.



DOLORE TEMPORANEO

I brividi nel mio cuore
urlo al dolore
piango solo la tua morte
era una illusione
che va oltre ogni
mio infinito.



RAGNATELA

Ti ricorderò sempre,
negli scivoli delle mie fragili
emozioni
ho camminato
senza mai capire
ho seguito il mio cuore
ora posso sussurrare
con te parlo una nuova
lingua
hai slegato
i fili
di questa mia assurda
ragnatela.



INSEGNAMI A ASPETTARTI

Quando arrivi
non fai mai tanto rumore
sei svelta come un topo di campagna
hai il viso pallido
le tue dita sono tutte gelate

quanto tempo
c’è stato a coprire
bene tutte le tue scarpe nuove

che tu poi mi donasti
una mattina al chiaro del cielo
della primavera aprilina!

da allora fioriscono
ignare rose e margherite
su un ceppo di legno
dove manca tanto di cuore.



SEI FATTA DI CIELO

Come una bella nuvola
guardi il mare
e sorridi
mentre con le mani
accarezzi i monti

sei nel canto del ruscello
lungo un erto sentiero
con il tuo magico pensiero
prendi le scorciatoie del cielo
e malinconica
volgi lo sguardo alle ultime
stelle
seguendo poi
una lacrima
sulla mia pelle.

***

LA PREGHIERA DI ILARIA

Anima mia,
leggera come
una piccola candela
timida
scrivi a caso
Ilaria Musio,
è ancora tra i vivi
anima mia,
vai in cerca di lei
tu sai che darei
ancora la incontrassi
per una bella strada.

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