di Vincenzo D’Alessio
Decifra le notti
Dove abortiscono i sogni
Riallaccia sintassi
Cercando il senso della storia
– minima
Intreccia gli anni negli (tra, come) anelli
Che attraversano raccolte
Sente i segnali sfuggire
– eppure ricercare
Percepisce ancora membrane
Vibrare
Leggere sfiorano
Le pareti più intime del soffio
– (pur) sempre brade
Bimbi nel cortile di una scuola
scuotono rami d’albero
Mi compio sotto una pioggia di fiori di pesco
Questo inedito di William Stabile, inviatomi a maggio, mi riporta alle belle poesie comparse nella raccolta edita Contrappunti e tre poesie creole (FaraEditore, 2006). Lo sviluppo della ricerca poetica, attraverso chiavi diverse di lettura e di esperienze dell’esistenza, segnano il pentagramma di uno spartito corale ben allineato con i tempi che viviamo e in profonda corrispondenza con i canoni tracciati dalla migliore poesia del Novecento.
La parola è un affilato “soffio” che viene spinto tra le membrane di un organo a canne antico e fascinoso, capace di generare migliaia di emozioni simultanee. “Vibrare” ecco quello che oggi pone la Poesia contemporanea accanto agli haiku della saggezza, “alla pioggia di fiori di pesco”. La ricerca personale e la possibilità di offrire alla collettività “Bimbi nel cortile di una scuola” quella sintassi tra esistenza e comportamento umano. Dovremmo dire ontologico e deontologico. Ma questo leggero diaframma è caduto a causa dell’abbandono del “senso della storia” che dovrebbe accompagnare l’operato degli esseri umani:imparare dai propri errori. Invece il denaro, l’economia quotidiana, vincono.
La Poesia cerca una strada. Detta delle coordinate. Scrive una sintassi che permette di far vivere i sogni. Non quelli che mostruosamente spaventano l’uomo ma quelli che sono alla base degli ideali di civiltà e divino progresso del genere umano. Una storia “minima”, microcosmica, ascritta al nostro pianeta e dalle tantissime diverse realtà . Creola al punto da ricercare i passaggi epocali tra stirpi, razze, culture, religioni, fanatismi.
William Stabile è tanto giovane da sentire “i segnali sfuggire”, lo scorrere del tempo inarrestabile. La poesia è il codice antico che decifra le sintassi moderne. Chi sono da proteggere? “Bimbi nel cortile di una scuola”: entrambi formano il lievito dell’umanità e la forma più alta di adattamento all’ambiente naturale e sociale. Infine il poeta si delinea, con le mani sulle tastiere di un organo polifonico in una cattedrale immensa: “Mi compio sotto una pioggia di fiori di pesco”. L’Arte è madre e figlia della civiltà degli uomini; la pioggia è il rinnovamento del patto tra cielo e terra, il compimento dell’antica promessa che la vita continuerà su questo azzurro pianeta. E noi con il poeta perseveriamo nella ricerca.
giugno, 2009
mercoledì 3 giugno 2009
Sopra un inedito di William Stabile
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