venerdì 8 maggio 2009

Su Nella borsa del viandante a cura di Chiara De Luca

recensione di Fabiano Alborghetti pubblicata in alleo.it


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La curatrice del volume, Chiara De Luca, è autrice, traduttrice, critica (scrive anche per il mensile «Poesia»), ha fondato una casa editrice (Kolibris Edizioni), ed è – più in generale – una operatrice culturale. Si occupa di poesia, e di poesia negli anni e per le mani ne ha vista passare tanta. Col volume edito da Fara, tira le somme. Dopo anni di lavoro ed analisi, dopo la creazione di un sito web che accoglie oltre 130 poeti ecco nascere un volume che raccoglie (e qui cito le parole della curatrice) «poesie che mi hanno detto e dato qualcosa. Che non mi hanno lasciata uguale. Che mi hanno fatto compagnia in treno, in giro per biblioteche, durante lunghe notti di ricerca o per tirare il fiato (…). Poesie cui ritorno. Cui ho fatto ricorso più volte nella vita, a prendere in prestito parole. Come sempre fa chi legge, chi scrive. Per opporsi al silenzio, per abbracciare. Questo credo sia il fine primario della poesia».

Gli autori inseriti sono 23, tra i quali figuro anche io: Luca Ariano, Martino Baldi, Massimo Baldi, Corrado Benigni, Maria Grazia Calandrone, Simone Cattaneo, Carmine De Falco, Matteo Fantuzzi, Massimo Gezzi, Marco Giovenale, Federico Italiano, Simone Lago, Stefano Lorefice, Lorenzo Mari, Francesca Mattoni, Daniele Mencarelli, Simone Molinaroli, Anila Resuli, Massimo Sannelli, Mariarita Stefanini, Francesco Tomada, Caterino Tritto e – come detto – vi appaio anch’io.
Non chiamerei questo volume un’antologia ma uno spaccato della buona poesia in lingua italiana. Onestamente? tre quarti degli autori li avrei scelti anche io (escluso è un quartino perché autori a me prima sconosciuti). Il ventaglio dei poeti offerti è davvero notevole, così come cambiano i toni, i registri e le tematiche. La composizione stessa del volume ha una regia che sorprende e non poco: lo spazio è interamente per i testi degli autori, preceduti una nota critica (davvero brevissima) scritta dalla curatrice e per finire le note bio-bibliografiche del poeta trattato. Ogni “capitolo” è una voce. Questo il volume vuole offrire, poesia. Non chiacchiere, non speculazioni per addetti ai lavori ed è infatti la prima volta che leggendo un lavoro collettaneo, una “antologia”, non mi annoio.
Una buona cura è stata data anche nella costruzione del volume. Oltre al formato che ha un qualcosa di molto accattivante (viene proprio voglia di toccarlo), la sorpresa è all’interno: si è rispettata ovunque la lunghezza del verso. Mi spiego meglio: non tutti i poeti scrivono versi brevi e vanno subito a-capo. Molti adottano infatti l’ipermetro e questo causa gravi problemi quando si tratta di impaginare. Il risultato – quasi sempre – è trovare versi tronchi e messi a capo bandierati a destra (a far capire che si tratta del proseguo del verso appena sopra). Chiara De Luca e l’editore hanno così pensato di variare il font (la grandezza del carattere) in base agli scritti del poeta e lo hanno fatto così bene che non è qualcosa che si percepisce ad una prima lettura. I testi, le poesie, appaiono così nello specchio stampa (nella pagina) per intero, così come il poeta li ha concepiti, così come andrebbero letti. È un gesto di rispetto straordinario nei confronti dell’autore. Ancora una volta si è rispettata la poesia, non regole “altre” (in questo caso d’impaginazione). Questo libro è l’estensione del gesto fatto da Chiara prima di lavorare al volume: è infatti il piacere della lettura, il trovare parole, poesie che possano restare, accompagnare, è il gesto di riuscire ad offrirle con semplicità e calore. Mi sia allora permesso – nelle doppie vesti di autore incluso e di comune lettore – un doppio ringraziamento: con libri come questo, si ritrova il piacere di leggere. E chissà che anche coloro che poco frequentano la poesia, non siano spinti a voler toccare con mano. Una promessa: è un libro che resta nel cuore ed accadrà, come è accaduto alla curatrice, che sulle poesie tornerete; mentre siete in viaggio o fermi in qualcosa, saranno poesie che rapinerete pescando parole, a cui tornerete per trovare fiato. E che forse non vi lasceranno uguali.

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