venerdì 3 aprile 2009

Poesie di Andrea Amoroso


Su suggerimento di Giovanna Fozzer sono lieto di offire ai navigatori queste notevoli poesie di Andrea Amoroso: “studioso di poesia e poeta speciale lui stesso, la sua parola e credo la sua mente vola leggera e assolutamente 'individua' (o: individuale, personale) come in fondo anche la sua chioma di riccioli. Il volto è per lo più aggrondato, o pieno di ombre dubitose, sospettose talora degli inganni del mondo, ma gli rimane tutta la freschezza dell'età e ancor più dell'intelligenza, luce che ci salva e ci difende…”


Il solo bene

Amavo le persone
e non le cose
Non so che cosa
mi ci portava
E amando persone
e non cose
a tutte quelle cose
che diremo
non pensavo.
Non pensavo a quel passaggio
lungo e stretto
che va fatto
tutto d’un verso
e finché il fiato regge
tenersi appresso.
M’accorgo adesso
non serve camminare
anche se i filosofi spesso dicono
che solo quello è permesso.
Correre, correre forte è meglio
e non vedere intorno che qualcosa
d’indistinto e mobile
e ritagliare il particolare
il minimo dettaglio
intorno al quale tutto scorre
Produrre un taglio e incollare il risultato
senza averlo filtrato
con occhi consumati
Perché ciò che avanza è il solo bene
la sola coscia
l’unico uovo
il primo uomo
il piccolo viso
e la grande torre che domina il mondo
E tornando produrre
solo intensità
come dice D. in quel grande d.
dell’anti-familiarità





Lancinaria

Tregenda planetaria
e affettazione ugonotta
la pratica auratica della boccaperta
che crea intensità
la maschera acquatica della sospensione di rotta
che fa il verso all’immensità
Nello stomaco sferraglia un accordo dominante
fatto apposta per imitare il rumore
dell’idea che ricade dopo aver conosciuto
la lontananza del finimondo
la grottesca scenografia di un tuffo nel profondo
Ma si tratta di volgare ideologia
di un inconscio connettivo
ineliminabile
ossia preciso e scorrevole
fatalmente amorevole
con tutte le strade comode
Un manuale di corsi e ricorsi
che prende ciò che gli serve
e il resto lo regala ai porci
Fa una fitta fitta tutta di materia intatta
Non scalfisce ma lambisce con le punte
la zona sensibile
Aguzza aguzza ritaglia e sferruzza
vicina vicina all’organo ma non s’addentra
Piuttosto rientra nell’ordine quadrato
di una lucerna lanciata in aria
la squadernaria della santa malaria
terrorazione con sopratassa che fa matassa
di sé e arruggisce
calpesta il morto
ma – certosina –
non lo finisce



Andrea Amoroso (1981) si laurea in Lettere Moderne nel 2005 presso l’Università della Calabria con una tesi sull’Idea di testualità in Barthes, Blanchot e Derrida sotto la guida della Prof.ssa Margherita Ganeri. A dicembre del 2005 pubblica la sua prima raccolta di poesie, E pur nella rosa persiste per l’editore Manni di Lecce. Suoi testi poetici sono apparsi sulla rivista «l’immaginazione», sul blog di scrittura e poesia di Biagio Cepollaro Poesia da fare ) e sulla rivista di poesia «Gradiva» (n. 35-36). Attualmente è dottorando di ricerca presso l’Unical con una tesi sulla poesia di Amelia Rosselli, Lorenzo Calogero e Bartolo Cattafi.


1 commento:

Stefania Menegatti ha detto...

Apprezzatissime la lucidità di pensiero e la sensibilità poetica.
Stefania Menegatti