domenica 22 marzo 2009
Su Quel libero andare di Ardea Montebelli
nota di lettura di AR
Mi è giunta appena stampata questa elegante plaquette delle Edizioni L'arca Felice di Salerno con introduzione del Vescovo di Rimini, Mons. Francesco Lambiasi, e un pensiero visivo fuori testo di Marco Vecchio, un volto intenso profondo che certo ci ricorda l'Apostolo. Il sottotitolo “Meditazioni in versi sulla prima lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi” ci dà le giuste coordinate per assimilare la bellezza di questa opera breve eppure densa di echi e saporosa di vita. La ricerca umile e assidua di versi scarni e levigati, sintesi espressiva di un cammino spirituale non superficiale, non improvvisato e non soggetto alle mode esotiche ma invece profondamente radicato nelle millenarie radici cristiane, si conferma anche in questa raccolta davvero dialogante con il testo paolino di cui ci vengono presentati alcuni brani topici (ma sarebbe bene leggerselo per intero per gustare a fondo la meditazione poetica di Ardea).
È bello leggere poesie così aperte in tutti i sensi, dove l'Autrice si fa strumento di un messaggio che offre al lettore dopo una “bruciante” immersione nelle Scritture.
Ecco alcuni brevi lampi (davvero illuminanti come folgori) di questa plaquette in cui ogni rigo è in fondo luminoso anche nei passaggi più inquieti:
«La tua parola
è cosa tremenda.
Si riflette in mille forme:
si esprime si rinnova
ci invoca ci respinge.»
«Come un docile sigillo,
l'amore si concede alla verità.
Una grazia densa e piena
si farà luce.»
«Potrebbe essere ovunque:
nelle forme, nei significati,
in quel libero andare
che tutto stabilisce
che mi affronta e mi sostiene.»
Particolarmente intrisa di echi biblici, la poesia di Montebelli usa un linguaggio assolutamente moderno, diretto, esatto, cristallino, sostenuto da un ritmo vario nel verso corto che arriva ad avere una compiutezza in sé eppure gioca con gli altri versi sapientemente creando situazioni di grande tensione spirituale se solo si lascia che il proprio io accolga queste parole che rimandano costatemente a un Oltre, indefinibile ma vicino, immateriale ma personale.
Anche la struggente foto dell'Autrice, scattata in Abruzzo nei pressi dell'Abbazia di San Liberatore a Maiella, ci può fornire uno stimolo a meditare questo “libero andare” di Saulo per vie di un mondo già intriso, nonostante tutto, di cielo:
«La vita è più grande di noi,
il mio cuore non osa chiedersi
come, perché, con quale fine,
con quale mistero.»
www.arcafelice.com/lecollane.htm
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