lunedì 2 marzo 2009

Su Prima vita di Stefania Crozzoletti


nota di lettura di Carla De Angelis

La prima opera suscita, nell’autore emozioni irripetibili e contrastanti, per questo mi avvicino al testo di Stefania Crozzoletti con la lievità di un respiro appena accennato.
Già nei primi versi sento affiorare una sofferenza conosciuta; osservo gli eventi naturali che Stefania Crozzoletti fa scorrere davanti agli occhi e il pensiero va a una citazione di Fernando Pessoa “La vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente”. È una poesia di stampo introspettivo, ogni verso è studiato a fondo, sfrondato da ricercati virtuosismi o desiderio di stupire, perchè stupisce naturalmente: “proseguo stonata/ con l’inutile forza che mi contraddistingue/ gratto i muri tanto per fare”; è un linguaggio che non indora la parola pur tuttavia rende accettabile tutto perché “ci sarà un’altra vita/ per sopportare tutto questo dolore”. Una scelta espressiva usata per dipingere la quotidianità e il mondo circostante che è un invito al “nosci te ipsum” di Socrate.
Stefania Crozzoletti chiude così questa sua prima raccolta: “Tutto quello che ho fatto/… / compagnia ormai dolce/ che ninna i pensieri notturni”, speriamo di non dover attendere troppo per leggere altri suoi versi.

Roma 28 febbraio 2009-02-28

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