Manni Editori, collana «Pretesti», 2007
Mala kruna significa coroncina e questo libro di Franca Mancinelli può essere considerato un rosario esistenziale in versi: ogni grano/poesia è ben tornito per scorrere con apparente facilità sotto gli occhi del lettore, ma è un grano al tempo stesso pesante, a tratti quasi ermetico, comunque un nodo su cui riflettere, in cui magari immedesimarsi.
La parole sono scelte con cura, le immagini restano:
«all'orizzonte un mare diverso / fermava il sangue sotto le unghie» (p. 7)
«la punto di matita, ben scolpita / può penetrare nelle stanze accese» (p. 12)
«Restano i suoi occhi lontano, / oltre la linea mobile del grano» (p. 15)
«Tutte cose che non nascono da me, / tempo conficcato come un seme rotto» (p. 23)
«prima che parole siano cera calda / sono le mani a chiamarsi» (p. 24)
«(…) segui / pescatori di vongole chinarsi / a rimboccare il sole» (p. 29)
«è una ferita accorgersi che siamo / due dita di una stessa mano» (p. 36)
«quando mi dormi in mente / la stanza ha il tuo profilo» (p. 40)
«leggo stesa, il libro sul torace / è il mio terzo polmone / che s'apre e si richiude» (p. 50)
«Di tutte le stanze resta / l'incavo intonacato dello stomaco» (p. 56)
Solo alcuni fra i molti versi citabili, e credo si possa apprezzare la lampeggiante e intelligente forza emotiva di questa raccolta che ha in esergo (non ha caso) due versi di Dante in cui il Poeta dice che nessun affetto e legame familiare poterono trattenere Ulisse dall'intraprendere l'ultima sua fatale navigazione. È questo il destino del poeta?
Affrontare come spinti da un demone indomabile i confini del dicibile? Sfidare le profondità del silenzio? Indagare l'assurdo?
Franca in un distico ci dice: «ho la forma dell'acqua e un suono / come ogni animale un verso» (p. 51). In un altro afferma: «qua dove ogni parola è ramo rotto / albero di musica in riva al mare» (p. 35)… Non so sono riposte, tutta la coroncina è costellata di momenti ossimorici come la vita, con le sue tragedie e le sue esultazioni.
Le quattro sezioni del libro indicano forse i punti cardinali del cammino di Franca (e di ciascun lettore che vorrà farlo suo): l'ultima, “Un rudere la casa ”, contiene alcune poesie dedicate di grande intensità (in particolare quelle ad Andrea Ponso e Danni Antonello), ma molto intensa è tutta la sezione, ecco ad esempio l'incipit della poesia a p. 60: «più neanche chiedo un laccio o un gancio / a te che mi svapori come un segno / d'alito sul vetro. Sorridi o è il flauto / suonato con i bordi del bicchiere?»
Un'opera prima di grande tenuta, che rivela una voce giovane e matura al tempo stesso, in definitiva un libro che è un piacere rileggere, riassaporare, riscoprire.
Alessandro Ramberti
4 commenti:
caro alessandro,
grazie per la lettura. "Un rosario esistenziale in versi" è forse quello che più mi colpisce tra le cose che dici. Perchè in effetti sì, il libro potrebbe essere una sucessione di disperate richieste. Non tanto di preghiere nel senso tradizionale, cattolico, ma di parole che, se ripetute, sottovoce o nella mente, come una cantilena, allontanano la paura, possono addomesticare il buio.
buon ferragosto
Franca
Penso che spesso le poesie siano delle preghiere implicite, certo nel senso che dici, come cristalizzazione di momenti di corpo/anima. Buona continuazione e speriamo che la poesia ci aiuti sempre ad addomesticare il buio.
Buona festa dell'Assunta!
Alex
Sono rimasto colpito dai versi citati da Alessandro. Infine la chiusa del commento di Franca: parole che possono addomesticare il buio. aggiungerei: con l'aiuto delle mani.
Forse sono portato a pensare che alle parole corrispondono gesti precisi
o è solo un bisogno di una traccia, un percorso percorribile, passo dopo passo.
Grazie, Vincenzo
presto a radio alma spero
danielita (il ragnetto)
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