lunedì 14 luglio 2008

Commento alle poesie di Vincenzo D'Alessio

pubblicato da Armando Santoro in www.poetare.it/commenti.html

Devo ringraziare Vincenzo perchè oggi mi ha fatto omaggio di una sua raccolta di poesie che io definisco bucolicamente "stupenda".
Mi devo scusare con questo poeta per avere ignorato le sue prime poesie pubblicate su poetare.
Un vero peccato che mi siano sfuggiti i suoi versi così intensi e così tremendamente reali e sempre attuali.
Rocco Scotellaro ha cantato le miserie di un Sud amaro, Vincenzo ce le ripropone e ce le fa rivivere attraverso i suoi personaggi che sono attori veri di una terra ancor'oggi ingrata.
Se oggi non avessi avuto tra le mani il suo piccolo volumetto, povero nella veste ma ricchissimo nel suo contenuto, avrei continutato ad ignorarlo ancora e me ne vergogno.
Ma gli amici che mi conoscono sanno che io leggo molto velocemente, alle volte ignoro, ma poi torno "al tratturo antico di poetare" e lo ripercorro per scoprire le "delizie" che mi sono perse.
E per farmi perdonare da Vincenzo trascrivo la prima poesia del suo volumetto Padri della terra, pubblicato nel 2007 per i tipi della Fara Editrice di Rimini, senza voler però sminuire la grandezza delle altre, perché mi sembra doveroso offrire un saggio della sua bravura:

All'alba ritorneranno
le mie donne quelle che
troppe volte hanno chiamato
schiave nel fuoco del giorno
con la falce nel fieno
e un figlio in grembo come
nuovo grano. Ritorneranno
coi padri della terra
a rovistare lungo gli argini
dei solchi in cerca del verde
da cuocere con l'aglio
negli occhi di vipere a riposo
Cadranno i templi di cemento
il tripode ritornerà sul fuoco
mi sveglieranno dal sonno eterno
finalmente mi daranno riposo
Vivremo nell'intensa giovinezza
di questa terra antica di oltraggi
sentiremo la pecora e l'agnello
il volto del nostro paesaggio
Ritorneremo saggi senza lutti
padri di madri senza tempo
saremo immensi quanto il cielo
rosso che ride del nostro tormento.

Versi scritti con scarsa punteggiatura, quasi a rifiutare l'ortografia e ci fa pensare un attimo allo stile adottato anche da Walt Whitman che rifiutava la poesia chiusa negli schemi classici e nelle regole che la letteratura impone.
Ma sono versi profondi che vanno al contenuto e colpiscono il cuore.
Grazie, Vincenzo, del bel regalo che mi hai fatto (ma devi sentirti in colpa perché adesso devo recuperare le due ore che ho sottratto al mio Bando Letterario).

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