II parte della recensione (la I parte qui) di Vincenzo D'Alessio (G.C.F. Guarini)
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
Ho ripreso la lettura del libro Il silenzio della poesia (FaraEditore 2008) per dare ascolto a quelle voci poetiche più forti nell'eco dei versi, capaci di affondare nell'ascolto del silenzio e nella resa, per offrirlo ai sensi di chi vuole ascoltarlo.
«Fino a quando il dio della vita / commosso impietosito / ti concede di tornare» (p. 54). Scrive in questo modo Carla De Angelis, poetessa completa nell' «Avvolgere le paroe / nel silenzio». Casta nell'animo perché si pone in ascolto del dolore altrui senza dimenticare il proprio: «Nel bianco esagerato occorre / l'illusione di un cancello» (p. 54). Forte nel percorrere le pagine dell'esistere: «Occorre far silenzio per accettare un percorso di cui non ci è stato chiesto il permesso di iniziare» (p. 56).
Segue nella scia della resa al silenzio, per emergere con versi forti, Colomba di Pasquale, che scrive: «Il silenzio sta in tutto il rumore / che ci facciamo / e nel dolore / che ci rinnoviamo» (p. 59). Riprendono, i versi della Di Pasquale, il tema ontologico ricorrente nell'antologia in esame: «sul fatto che nulla vorremmo accadesse / e invece tutto accade» (p. 63).
Filippo Amadei, invece, tracima in versi lunghi, quasi a raccontare ostinatamente il dolore che lo assale nel silenzio, nell'ascolto delle violenze della vita: «mentre non riesco a capire se fuori piove / o nevica ghiaccio se questa malinconia / natalizia attraversa me stesso o l'occidente» (p. 73).
«Ognuno sa che cosa deve fare / e lo fa in obbedienza e con ordine, / nell'equilibrio di vita e di morte, / destino di ogni creatura» (p. 149). In questi versi di Rita Giurastante, così vicini alla lezione leopardiana della poesia Il passero solitario, il silenzio ordinato di Madre Natura imprime un ordine cosmico, dal quale sembra impossibile sfuggire.
Ogni autore, incluso in questa atipica antologia poetica, imprime al silenzio che lo ha accomunato agli altri poeti chiamati a raduno a Francavilla al Mare il suo personale senso dell'attualità spazio-temporale, di quella antica lezione filosofica che recita: tutto scorre!
Ma gli Dei oggi sono gli uomini e il loro rumore assordante di guerre, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, dal personale cellulare al megaschermo nelle piazze. Il poeta è il rivale, l'apostata, che fuori dalla divinità dei tempi attuali chiede al Dio del silenzio di pronunciare per le sue orecchie la benedizione: effatà!
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