lunedì 25 febbraio 2008

PASQUALONE primo a “I Versi di Dio”

Con la poesia La scuola del dolore, il poeta francavillese Massimo Pasqualone ha vinto la seconda edizione del premio nazionale di poesia religiosa “I Versi di Dio”, organizzata da Il Clan Verdurin, Associazione Culturale con sede a San Pietro di Feletto (TV), alla quale quest’anno hanno partecipato 140 poeti da tutta Italia.
La cerimonia di premiazione si è tenuta il 24 febbraio 2008 nel Ridotto del Teatro Accademia di Conegliano Veneto, alla presenza del sindaco di Conegliano e della giuria, così composta: presidente Toni Toniato (critico) mons. Piero Coda (teologo), Massimo Donà (filosofo), Giovanni Lugaresi (critico e giornalista), don Gianpiero Moret (direttore de «L’Azione»), Lionello Puppi (storico dell’arte), Paolo Ruffilli (poeta), Antonio Tarzia (direttore Ed. San Paolo) e Michele Zaggia (filosofo). Segretario: Lorenzo Morao (storico).

Docente presso l’Univ. D’Annunzio di Chieti e Pescara, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pio X” di Chieti e l’Univ. di Teramo, Pasqualone ha pubblicato tre raccolte di poesie in vernacolo (Che ce ne freg’a me, Paolini Editore, 1992; Vijat’a te, Edizioni Buendia, 1999; A la ddummerze, Edizioni Buendia, 2006) ed una in lingua (Agende Postmoderne, Edizioni Buendia, 2003) e numerosi saggi. È presente in diverse antologie. Al suo attivo più di trenta prefazioni, cinquanta premi per la poesia (tra cui il Premio Penne 1997, il Premio “Città di Canosa Sannita 2002, il “Guido Modena” di San Felice sul Panaro, edizioni 2003-2007), presidenze di giuria. Per la saggistica ha ricevuto il Premio “Progetto Athanor”, il Premio Mumi 2004, il premio G. Pischedda per la critica letteraria, il Premio “Guerriero di Capestrano 2007”.
È direttore artistico del Festival Nazionale della poesia dialettale umoristica di Francavilla al Mare, dell’Università di Tutte le età di Guardiagrele.
Questo il testo della poesia


La scuola del dolore

È la chemio
sospiravi quasi giustificandoti,
senza più capelli, senza più ciglia,
senza nemmeno la barba,
quella dei tempi migliori.

Siamo cresciuti alla scuola del dolore
mi dicevi sorridendo.

Pensavi al tuo ultimo viaggio.

Ma nessun viaggio è definitivo.
Nessuna speranza è vana.

Deposti gli affanni
non si interrompe il cammino:
la strada diventa luce
la vita... salda dimora.

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