domenica 13 gennaio 2008

Il cielo ti fugge sul viso (Giovanni Cristianini)


Sono lieto di pubblicare queste poesie di Giovanni Cristianini in parte tratte da Versi ritrovati di cui ho parlato in questo blog, e in parte ancora inediti su carta.

(da Versi ritrovati, Florence Art Edizioni -2007 )


IN CONTROLUCE

in questo meriggio ritrovato
fra i ricordi di un sogno
ripreso in controluce
come il merlo acquaiolo
vorrei piluccare
ancora una volta
le dolci more lucenti
nella macchia ricolma di rovi
a caso scoperta
lassù in cima alla callaia
che nei lunghi giorni
dell’infanzia
facevo ogni tanto per gioco
con il viso sudato
dalla corsa nell’afa

era solo ieri
il sugo delle ciocche mature
m’addolciva in fondo alla gola
la voce secca di sole


ASCESA

pendola il ragno
appeso
a un filo di parole

come un pensiero
malfermo
sonda i flussi dell’aria

attende
che una mano di vento
lo tiri su per la bava
nell’alto cuore del cielo



VIAGGIO

come un naufrago improbabile
passai una vita di clausura
dentro una barca colma di lusinghe
seguendo la rotta falsa
da una sponda all’altra
dell’universo mare
sotto la geometria tolemaica del cielo
con più di mille lune invereconde
a danzarmi sul capo

ventottomila giorni di paura
per disparire nell’immenso



PRENDEVO LA TUA MANO

tu allora sorridevi
ritta sulla porta
del vecchio casolare
che il vento spalancava
ai lampi di brughiera

vestita di fiori
sostavi immobile nel sole
a gustare sottopelle
l’eco stridula
dell’ultima cicala
smarrita fra i ginepri

era quando il cardo
a fine di settembre
metteva i primi getti

ed io prendevo la tua mano
per correre insieme i botri
dove la ghiaia era di fuoco
sotto i nostri piedi scalzi
di fanciulli trasognati

con gli occhi accesi
di trepida vaghezza



ATTESA

la sera è cresciuta
dei tuoi respiri e del tuo
sangue dolente
ancora
sulle dolci colline del Cispa
un tizzo rimane che allunga
cipressi ai tuoi piedi
e rondini chiama a falciare
i fili del giorno

il cielo ti fugge sul viso
come una gioia matura
se lo guardi due volte
è diverso

in mezzo ai malvoni si fa
il tuo sesso più forte
e il fianco si guasta
come un frutto toccato
se lunga attesa vi lascia
i segni dell’erba



(da www.scrivi.com )

DUE SILLABE

un nome di lontano
bussa alla memoria
sono due sillabe soltanto
un sussurro appena
cullato da un refrain
in sottofondo
che sempre l’accompagna

poi che mi colse al cuore
come una freccia infuocata
il lampo del magico sorriso
fiondato addosso a tradimento
dalle sue labbra in fiore

quasi una dolce carezza
che tocca e seduce ancora


GHIRIBIZZI DEL CUORE

fuori dalla notte illune
mi portavo un sogno d’amore
per serbare le dolci chimere
ai miei occhi in beato dormiveglia

era quando dileguava l’aurora
in un lago di gelida luce
alle soglie del giorno levante
che saliva le rampe del cielo
e accecava i ghiribizzi del cuore

così al primo raggio di sole
la piccola dea spogliata con garbo
e coperta di baci a non finire
svaniva d’un tratto alla mia vista
proprio quando per fingere pudore
s’era avvolta ignuda nel lenzuolo
sospirando di spegnere l’applique


SE TI AFFACCI A UN SOGNO

se ti affacci a un sogno
e mi torni alla mente
sento di nuovo in bocca
il sapore d’un sorriso
assaggiato per capriccio
una sera lontana d’estate
alla cena di commiato
dell’ultima liceo

e tu così
come appari nel ricordo
lasci ancora un profumo
di gomma alla menta
dai labbri appena passati
di lacca rosso corallo
che per vezzo mi porgevi
stampati sul filo
del nostro primo calice
di champagne

fu l’audace sfida
d’una notte un po’irreale
a farmi abboccare
l’esca di quel bacio
quando oltre il fondotinta
vidi salire sulla gota
inattesa una vampa di pudore


LACRIME SINCERE

ora che so di morire
forse già avanti buio
in questo letto di rimpianti
vorrei lasciare in fretta
un soffio della mia anima
in qualcosa che resti vivo
dopo la mia scomparsa

come il fiore del geranio
affacciato alla finestra
o come la piccola falena
che ogni sera con vaghezza
è qui a farmi compagnia
con l’ombra dei suoi voli
attorno al paralume

sarei così con loro
a versare su di me
qualche lacrima sincera





Giovanni Cristianini, goriziano, è medico e insegnante universitario. Come poeta si è formato, negli anni ’70, in seno a gruppi di giovani autori che si rifacevano al neo-realismo lirico. Suoi testi sono inclusi in varie antologie e recentemente Florence Art Edizioni ha pubblicato la sua silloge “Versi ritrovati”.

Gorizia, 09/01/2008

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