mercoledì 5 dicembre 2007

In nevrosi esangue (Dominica Balbinot)

«In una sorta / di nudità spirituale / da samurai…» Dominica si espone in questi versi doloranti con le loro domande implicite, che si vorrebbe innescassero una relazione chimica con il lettore per disciogliere una (la?) «ipotesi congelata». C'è una analisi impietosa del sé eppure, a parte qualche lieve scivolamento autodescrittivo e qualche parola e allitterazione limabili, l'autrice sa generalmente tenere alta la tensione a una «verità breve». Molto efficaci gli enjambements e alcuni neologismi (sdato, oniromante…).



FEBBRE LESSICALE

Incateno allora le parole
al canone impuro
di febbre lessicale,
all'invisibile vaglio
di intendimento lessicale.
Poi le inanello
– decerebrate e affossate
come conche –
in nevrosi esangue,
nella rassegnazione contemplativa,
nel quietismo del sermone,
rivelatrici chimiche
di ipotesi congelata.



NUDITÀ SPIRITUALE

In una sorta
di nudità spirituale
da samurai
(oniromante
in autointenerimento liquido)
ricerco la logica corrusca
della convulsa rotta.
Tra visioni terminali
ferrigne e destrutturate,
dal diagramma / diaframma
di una immagine slabbrata
stilla misteriosa la fola
di una verità breve.



NODO GORDIANO

Conventuale
casto disegno
deboscia nella floscia
materia molle
del risiko letale,
ordalia della matematica
della catastrofe.

Ammacca la canea
un nodo gordiano,
numero sdato
dell'autoflagellazione,
maleficio
di stella riluttante,
il piano scivoloso
del santuario della gragnuola.


Villa Dominica Balbinot ha studiato al liceo classico e alla facoltà di lettere, che non ha portato a termine, pur mancandole solo tre esami alla laurea.
Ha vissuto una vita un po' alla Emily Dickinson, usa questo nome non per paragonarsi a lei ma per accennare – senza spiegazioni che non le sembrano dovute e che riguardono lei sola- un po' a certo andamento vitale, non sempre voluto.
Dopo un lunghissimo periodo di isolamento ambientale che certo avrebbe potuto condurre alla afasia, sta invece tentando di esprimer il suo dire e pensare in vari settori, compreso quello della pittura.
Questo poco è quanto può dire, essendo oltretutto convinta che non basta la vita e un curriculum a spiegare l'opera e viceversa.

10 commenti:

Dominique ha detto...

dalla tua introduzione a questi miei versi,e dal titolo da te scelto, posso ben dire che meglio di così per me non era possibile...grazie, dunque.
un saluto.
Dominica

Alessandro Ramberti ha detto...

Grazie Dominica
vediamo se qualche navigante lascia traccia. Un saluto a tutti
A

Dominique ha detto...

dalla tua introduzione a questi miei versi,e dal titolo da te scelto, posso ben dire che meglio di così per me non era possibile...grazie, dunque.
un saluto.
Dominica

Chiara Inesia ha detto...

Molto forte, contorto, doloroso, incomprensibile talvolta, credo per rimanere nel misterioso e ombroso da cui dipanare appelli alla luce, alla pace e molto denso e d'impatto.
Complimenti!

Chiara Inesia

Dominique ha detto...

certo che hai saputo farmi un "bel"commento davvero, gentilissima Chiara!
Ciao, un saluto.

Anonimo ha detto...

La tua mi sembra una poetica che cerca di non perdersi in se stessa.
A volte, magari non bastandoti le parole ti spingi a quelle meno usate o neologismi proprio come tensione al centrare concetti specifici.
Ti analizzi spietatamente con coraggio per quella onestà che necessita.
Può far male leggere il dolore perché obbliga ad una presenza che poi forse si scioglie in assenza.
Come dei bimbi seduti sotto ad un tavolo a guardare le gambe di un mondo non più nostro, che cercano un mondo nostro che torni a galla quando la vita chiama.

Leela

Dominique ha detto...

gentile Leela, anche tu dici bene:" tensione a centrare concetti specifici"...sì, vorrei riuscire a essere esatta, nel senso di andare al dunque senza tentativi di abbellimenti, e qui si potrebbe arrivare a vedere una spietatezza intesa come non voler dare sconti , nella mia visuale soggettiva si intende..Sono contenta che tu arrivi a parlare di "onestà" in questo parlare..
e poi dici bene, può essere doloroso "leggere il dolore" : l'immagine finale che metti è interessante...
Grazie tante a te, ciao.

Anonimo ha detto...

Grazie tante anche a te Dominica,
le tue mi hanno fatto riflettere.
Leela

Anonimo ha detto...

ciao, leggendo le tue mi sono affiorate certe sensazioni dal primo disco (quello sincero) dei motley crue, in particolare quelle di "merry-go-round" (ma i tuoi testi scavano molto di più), come sentissi sgorgare parole che cercano di diventare una, dando un nome a un lamento.
marco

Dominique ha detto...

Gentilissimo marco zavarini, penso proprio che "le parole che cercano di diventare una, dando nome a un lamento" possa essere considerato un compendio esatto del mio dire: grazie tantissime, per ciò! :-()
Quanto all'accostamento con i motley crue, dovrò approfondire, ma posso dire già che è qualcosa di interessante... io sono pronta per qualsiasi accostamento, anzi ..interessante..vedremo.
Grazie tantissime, e un saluto, ciao.