martedì 4 dicembre 2007

Su Gatti in cerca di casa

recensione di Maria Rosa Panté

Il libro di poesie Gatti in cerca di casa, Edizioni Mercurio, si apre con una evocativa coincidenza, anche se viene il sospetto che l’autrice, Paola Lazzarini, abbia fatto una scelta precisa.
Il libro inizia con una citazione di Apollinaire, cui segue la prima poesia… a forma di gatto. Come non pensare agli ideogrammi lirici (come “Il pleut”) proprio di Apollinaire? Nume allora non solo della felinità, ma anche della poesia; perché non c’è animale poetico come il gatto, non solo ispiratore di versi, ma lui stesso poesia viva così elegante, sintetico, armonioso e misterioso com’è.
La poetessa Paola Lazzarini percorre, insieme a un gatto nero prediletto e a molte altre presenze feline, un viaggio verso l’intimo mistero che come una nebbia (“leggero il gatto / della nebbia”) (p. 53) circonda ai nostri limitati occhi umani ogni gatto. Perché il gatto è legato agli astri è “lettore infallibile del sole” (p. 27), ma soprattutto è “chiaroveggente amico / della dea lunare” (p. 27), è il “re del plenilunio” (p. 29). Il gatto e la luna, un rapporto stretto tra due nature misteriose e sfuggenti, tra due esseri poetici per eccellenza, tra due ottiche diverse sul mondo. Gli occhi, lo sguardo del gatto ricorrono spesso nelle liriche di Paola Lazzarini, in particolare nella poesia “Occhi gialli” (p. 23). L’ottica da cui ci guarda il gatto è diversa: non solo appare “forse più vera / preferibile”, ma soprattutto colpisce, per l’implicito giudizio sul mondo e sul nostro affannarci umano, l’aggettivo “incredula”. Dal suo mistero, coi suoi occhi gialli il gatto ha uno sguardo incredulo sul mondo (possibile che sia tanto assurdo?), così, in fondo, è anche lo sguardo del poeta!
L’autrice nel suo viaggio con tocco talvolta commosso, talvolta ironico, ma sempre leggero, come si addice a un felino, descrive anche gatti “quotidiani”: il gatto che fa le fusa, si struscia e porta “un topo morto / sulla porta di casa” (p. 21). Anzi la descrizione del gatto è nella poesia molto realistica, ma al contempo sfumata, come un quadro impressionista, come i bei gatti disegnati da Giorgio Sambonet che impreziosiscono il volume.
Ecco la coda parlante del gatto: “L’onda della coda / lenta mi sfiora” (p. 35), “Sui fogli l’ombra / traccia con la coda / segni indecifrabili” (p. 51).
Nel mistero del gatto, al tempo stesso affettuoso compagno, quasi un tutt’uno con l’essere umano (amati entrambi) come appare nella lirica “Affinità”, e insieme essere altro diverso, sta anche il suo alterno destino: da divinità a demonio.
In questa alterità sta anche l’angoscia dell’abbandono, che è sotteso al titolo stesso della raccolta Gatti in cerca di casa, dell’esclusione cui il nostro felino viene talvolta (troppo spesso) condannato. Così recita la poesia che apre il libro “di quanto amore sia affamato / ogni essere vivente è segno / il micio sottratto all’abbandono / in un cantiere d’autostrada” (p. 11); più oltre un altro segno d’esclusione le zampine della gatta “che chiede tepore” in una notte d’inverno (p. 39).
Il micio è pur sempre un regale felino, in fondo, sembra suggerire la poetessa nell’ultima lirica della raccolta solo in lui, agile e leggero, c’è la possibilità per brevi tratti, ma bellissimi e illuminanti, di eliminare la distanza che ci divide: “sfiora i confini / delle cose / li cancella passando” (p. 53).
Lo stile delle liriche, tutte brevi, veri e propri lampi d’illuminazione, o meglio, improvvisi balzi felini, è chiaro, nitido, almeno in apparenza. In realtà la poetessa gioca coi suoni: “defilato feroce / e felino” (p. 13); “io vibrando ronfo / di piacere / ma questo fino in fondo” (p. 21); sia nell’accumulare quanto più si sa, si immagina, si intuisce della natura e della vicenda storica del felino domestico (domestico?); Paola Lazzarini usa a questo scopo l’artifizio dell’enumerazione come nella lirica a p. 27 che inizia: “Il manto tigrato” e nella lirica “il gatto nero” (p. 29).
Un libro per gattofili, certamente, ma coinvolgente lettura anche per gli amanti della poesia: e spesso le due passioni si sovrappongono, vista la quantità di gatti compagni e muse dei poeti.

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