lunedì 13 agosto 2007

Nuova di Marco Zavarini

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa poesia nasce da una mia riflessione sul fatto che spesso tendiamo ad "inscatolare" il nostro tempo in una serpentina di passi aderenti a nostre categorie mentali, tesi ad esorcizzare incertezze e ipotecare risultati. Ma, insieme a questo livello materiale, non vive uno spirito che possiamo ascoltare, intuire, che non è limitato da spazio e tempo?

Marco

Alessandro Ramberti ha detto...

Già l'incipit «Processiamo segmenti» è rivelatore del messaggio di questa poesia che trovo molto in sintonia con la “visione del mondo” che cerco anch'io, nei miei poveri limiti, di esprimere: grazie Marco.

Anonimo ha detto...

A me ha colpito: “Ogni perdita rende evidente/l’equilibrio precedente/…”
mi piace il concetto che il vuoto conosca il pieno e viceversa, perché nella perdita oltre a svelare “l’ortogonalità cartesiana” dell’equilibrio precedente, crei anche uno spazio limpido.
Questo per dire che forse il nostro essere costretti a cercare traiettorie ha valore e non è solo difesa.
Così, forse, anche i limiti sono importanti, perché ci danno lo slancio per sentire Altro.

Leela

Alessandro Ramberti ha detto...

Pienamente in sintonia con il tuo commento, Leela, grazie.

Anonimo ha detto...

...aggiungo una breve citazione da Gandhi:

"Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare."