mercoledì 18 luglio 2007
L’analisi di infinite conseguenze (Marco Zavarini)
Fuga, ascolto
Corro più veloce
dell'urlo che sgorga
dalla mia ferita
Danzo intorno all'abisso
a cui sono affezionato
(per aiutarmi, ti cresco)
Consacro lo squarcio
con te, nell'eterno ritorno
(mentre tu mi tieni per mano)
Si fa pieno questo silenzio
mentre ascolto il mio lamento
Parole temute
si dissolvono lentamente
Sotto ai miei piedi
si richiude
la terra
Il contatto è sereno
il mio ventre non geme
il mio corpo riparte
insieme ai passi dell'anima
***
Quest'ordine apparente
sovrasta strati tangenti
Pochi punti realizzano
intersezioni
***
Ignari portatori
antropomorfi
della staffetta evolutiva
ripieghiamo
tra le nostre membra
ogni significato
Indolenti barlumi
gli appagamenti
di libertà ipnotizzate
Ci restano
i gomitoli,
da tenere stretti
nella pancia sbranata
dalla solitudine originaria
***
Cambiamenti
Deviare per riaprire
al nucleo freddoloso
speranze di affinità
L'arbitrio eleva
lo sguardo, ad esistere
sopra i labirinti della specie
***
Processiamo segmenti
disponendo scatole cartesiane
in attesa traiettoria
schiva di presunti imprevisti
Ruah
Attraversi le dimensioni
senza distanze
dello spirito
Scoperchi
l'ortogonalità
***
1.
Ogni perdita rende evidente
l’equilibrio precedente
(ogni istante conosce
la sua negazione)
2.
Binario morto
Mi metti in tasca l’orario
ma null’altro mi spingerebbe
a salire
sul tuo ultimo treno
3.
Destino
Passi ripercorsi
per cambiare direzione
sfidano scambi arrugginiti
che si prendono gioco
della nostra ossessione
4.
Imprevisto cortocircuito
per incertezze scoperte
le tue parole
Scintilla generatrice
di nuovi equilibri
5.
Eden
Costantemente tormentato
cerco la libertà
dalla nudità
del dualismo ragionato
6.
Desiderio
I tuoi occhi chiedono
la rottura di un velo
e l’assoluzione dalla
complicità
7.
Tempi
Battiti di orologi ottusi
reprimono la naturalezza
delle armonie variabili
del mio cuore
8.
Stasi
L’analisi di infinite conseguenze
paralizza
la verità di un’intuizione
9.
Uscita
A pochi battiti di palpebre
dalla tensione compulsiva
potrebbe aspettare
la temuta libertà
10.
Solo il dinamismo
dell’incertezza
mi sveste
della pelle da vecchio
11.
Quando i tuoi passi
hanno la ricchezza
delle stagioni
mantengo lo sguardo
rilascio un istante
La lacuna mi invita
ad esplorare
il substrato
della compassione
12.
Lampade rovesciate
invertono ombre
denudano
mezze verità
13.
Ritratto
Parole sincere
bruciano il tuo
infedele ritratto
Rianimano le correnti
sopra ceneri sudate
14.
Castelli di cenere
Per nulla illuminato
approfitti dei limiti
tuoi e degli altri
Ritagli
quadri orfani
su tele rubate
**
Tendi la mano
per scaldarti lo scheletro
Raccogli scintille di
anime che provochi
Poi ti sbarazzi
delle solite ceneri
15.
La terra è piatta
Spesso la paura adulta
cancella i primi passi
Fatti da esploratori
16.
Vendetta?
Ho subito un’infezione
che non voglio ricambiare
Romperei le barriere
del contagio
17.
Non sempre prima di stappare
speranze
immagino
il sapore dei vini
18.
Percezioni incomprese
accumulano tossine
nell'anima
rendendo caotico
l'agire

Queste poesie-lampo di Marco Zavarini si segnalano per la freschezza e la leggerezza pungente degli aforismi che ci spinge a rileggerle e a memorizzarle. Lo stile ci ricorda quello dell'ultima raccolta di Daniele Bottura.
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4 commenti:
Tu dici che le mie parole smuovono.
Le tue abitano gli occhi.
Brillano.
Tu dici che le mie parole smuovono.
Le tue abitano gli occhi.
Brillano.
Profondo e intellettuale il tuo stile, ottima combinazione!
Stefania
http://cogitoergosum-arabafenice.blogspot.com
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