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recensione di Vincenzo D'Alessio
nominato il 2 giugno 2007 Cavaliere dell'Ordine “Al merito della Repubblica Italiana"
Affrontare la lettura, la disamina, di una raccolta poetica che spazia accostandosi alla parola nei termini che seguono: «Io delle parole mi son fatto amico / e ogni tanto ci gioco, (…)» (p. 74) non è poi così semplice, anzi diviene quello che Davide Nota, nella pare introduttiva, definisce: «Profanare il tempio della banalità di massa con lo scandalo della poesia.»
Lo stesso autore, nella Premessa, mette mano alla raccolta definendo in pieno quanto Davide Nota ha sottolineato: «Questo libro vuole essere una provocazione contro l’autorità nascosta dietro la parola…» (p. 8). Ma la parola ricercata dal poeta, attraverso la Poesia, qual è?
Ci vengono in soccorso i versi a p. 85: «La parola: / strumento nato dal brusio del fuoco / e dal silenzio dei pesci.»
Il resto qui
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