domenica 22 dicembre 2024

 VIGILIA DI NATALE, di IRMA KURTI





Questa sera tu stai suonando la chitarra

con gli amici in una scena improvvisata,

le dita tremano molto più delle corde,

avvolte dal gelo del freddo invernale.



Non potei venire anche se siamo vicini,

passeggiare lì in questa vigilia di Natale,

o meglio dire, non volevo vedere il vento

mentre il tuo volto batteva spietatamente.



Tu aspetti che i pedoni ti ascoltino attenti,

molti di essi fuggono, spariscono in silenzio.

Chissà come ti senti mentre girano le spalle?

L’indifferenza picchia come sferza del vento. 



Coloro che s’innamoreranno di quei suoni

e fermeranno i passi lungo la passeggiata,

quelli che capiranno il tremito dello spirito,

saranno così rari, come le dita di una mano.



Non rattristarti, così capita anche nella vita,

incontrerai tanta gente gretta e meschina,

altri, cinici che, con una parola cercheranno

di avvelenare la tua passione per la musica.



Quanto vorrei essere vicino a te stasera,

ma ti penso tanto, nonostante la mia mancanza.

Un po’ di tristezza e malinconia m’invadono,

mentre arrivano da me i suoni della chitarra.



sabato 21 dicembre 2024

Le impressioni di Enrica su “Non so resistere”

Nel libro di poesie scritto da Alessandro Ramberti  Non so resistere e pubblicato magistralmente dalla sua stessa casa editrice, la Fara Editore, troviamo poesie che parlano di una incarnazione spirituale e poetica, che ci portano in una dimensione di danza libera, leggera: sarà che sono soggiogata dalla visione del programma “Ballando con le stelle”… Sono poesie e liriche che ci parlano di affetti e di amicizia, perché l'autore è un grande amico; si mette a disposizione di tutti, è una persona sensibile, valida e anche troppo buono; io troppe volte glielo dico; perché ora viviamo in una cattiva società e non va avanti chi è buono o sensibile, ma chi frega, chi fa il cattivo, il furbo, chi ti minaccia, perché gli dai fastidio e ti vuole mettere in un trattamento sociale obbligatorio; come succede a me, che sto scrivendo questa lunga recensione; Alessandro, ci porta anche verso una poetica del sorriso, ma un consiglio che gli dico sempre, che non deve resistere alle forze furbe e forti, deve essere sempre sé stesso, anche come editore, deve mostrare la sua forza umile, serena e spontanea; non deve mai vendersi al successo e alla fama, deve essere unico e speciale.
Perché la sua poesia è un dono grande e immenso, come io che lo conosco da troppi anni, e gliene ne ho fatte passare troppe e parecchie; ma sapete sono una critica letteraria con una indole un po’ somaresca, e troppe volte mi impunto, Alessandro è una persona vera e speciale, ce ne sono poche nella vita; soprattutto adesso che io ho un cammino molto tortuoso da affrontare, ma spero piano piano di farcela; ma tutto causato da persone cattive e malvagie; scusate non voglio parlare di me; dobbiamo parlare di Alessandro.
Il mio consiglio è quello che tutti leggeiate questo libro: Alessandro, ci ha messo davvero anche il suo delicato cuore; che qualche tempo fa, ha avuto un piccolo acciacco, ma ora è in forma.
Mi raccomando vi consiglio una buona lettura, ne vale la pena; così migliorate il vostro animo e spirito.

Grazie a tutti che mi avete sopportato, lo so che sono una palla umana; anche ad Alessandro lo dico spesso.

GRAZIE e FORZA ALESSANDRO

Enrica

Editoria 2024: 21 libri per l’inverno consigliati da Oubliette Magazine

Cfr. oubliettemagazine.com


Sedime di Gianni Marcantoni

Sedime di Gianni Marcantoni
Sedime di Gianni Marcantoni

Torna alla scrittura Gianni Marcantoni con la raccolta Sedime edita nel novembre di quest’anno con la casa editrice riminese Fara. Sedime significa propriamente “sedimento, posatura”: in ambito edile indica la superficie su cui ci sono le fondazioni di una costruzione. Si tratta di un termine raro, derivante dal tardo latino sedimen = “depositarsi”. Ricavo queste informazioni dalla enciclopedia online Treccani. Il termine è raro e prezioso come queste poesie.

Innanzitutto colpiscono la bellissima immagine di copertina, raffigurante l’acqua trasparente e verde del mare, quasi una vista di speranza sul fondo, sul sedime, per l’appunto.

Il sedime può essere una zona remota, come si evince dall’omonimo titolo della prima poesia della raccolta. E anche da lì non si scappa: “Sotto quel che sei ‒ e con te arrivando,/ non troverai vie di fuga”. Il sedime può essere il mare, come accade nella lirica In nessun mare. Anche qui in realtà si tratta di un fondo introvabile, irraggiungibile, remoto, abissale: “Mare per noi che non ti vediamo/ mai sorgere, nel tuo barile profondo/ respiriamo insieme/ e trafughiamo conchiglie rotte”.

Altra fondamentale e irrinunciabile declinazione del sedime è il silenzio cui pure sono dedicate diverse poesie. Si tratta in effetti di un tema, quello del silenzio, molto caro al poeta.

Il sedime è la realtà bestiale che resta al di sotto di tutto: “La realtà è una bestia legata,/ gonfia di latte, dalle mammelle ferite;/ nella mossa delle fauci/ la piuma esterna viene spolpata” (Cosa resta).

In tutta questa Natura sedimentata, non dobbiamo dimenticare l’uomo e le sue paure. Da un lato tale sentimento riguarda l’ignoto, “un mondo…/ sconosciuto come il passato/ assai lontano da noi”; dall’altro riguarda il contrasto tra la permanenza della natura e l’impermanenza dell’uomo: “E la caverna lunga e buia/ ora è vuota, l’acqua cadendo dall’alto/ è divenuta roccia;/ non siamo noi questi resti,/ quei resti non sono di nessuno” (La paura dell’uomo).

Talora, invece, la Natura ci è accanto, ci è solidale, è tutto un sedime con noi: “Il sole ha i miei malanni,/ la stessa avversione,/ la mia coscia,/ e scende, affonda ultimo/ per essere uno spago tirato. Mio mentre” (Accanto). In questo mutevole scambio tra Natura e Uomo, il poeta si congeda dal suo misterioso “tu”, l’interlocutore non nominato dei suoi versi, forse il lettore, forse un amico, forse una donna, forse Dio, forse un sedime. Buona permanenza e buona lettura!

(Consigliato da Filomena Gagliardi)

venerdì 20 dicembre 2024

La corona d’alloro a “Foglia scarnita”

su Il risveglio delle cose di Sonia Gardini




Carissima Sonia, buongiorno.
Ho letto, riletto e riletto i tuoi meravigliosi Tanka e Haiku, infondono tanta serenità. Ho apprezzato molto la nota introduttiva, che rende benissimo quello che io percepisco leggendo. Mi ha colpito in particolare il percorso che dalla “leggerezza marina” porti all’Invettiva, passando per il naufragio di Cutro. Di più non riesco a dire, mi trovo in difficoltà ad esprimere un parere, qui non si tratta di un romanzo o di un film, la percezione della poesia è qualcosa di diverso, deve essere libera come lo è la poesia stessa, e quindi di conseguenza anche il suo significato diventa soggettivo, e varia a seconda dei giorni e degli stati d’animo di chi legge. In questo momento la corona d’alloro la darei a Foglia scarnita. “La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve” diceva Il Postino Massimo Troisi a Pablo Neruda interpretato da Noiret, che gli rimproverava un plagio delle sue poesie. 
Un forte abbraccio,
Maria Bolettieri

giovedì 19 dicembre 2024

Piove sul tuo calvario

di Roberto Borghesi



Piove sul tuo calvario

I tuoi passi sprofondano nel fango i tuoi piedi nudi

Sotto il peso della croce

Tra. Poco sarai inchiodato  con le mani e con i piedi

Tra la folla qualcuno ti grida innocente qualcuno ti vuole colpevole

Ma tu non ti ribelli

Gridi solo  perché

Sei stato abbanndonato

Tre giorni e il mistero.

Sarà svelato

Gesù sarà

Risuscitato

Colui che era 

Dato per morto è risorto

Natale in versi di Sonia Gardini

Scandire nuovi respiri.
Il cielo glauco sospeso sui tetti.

È il presepe.

Ci sono rivoli d’oro
a cancellare la cupezza terragna.

Nell’aria verdeazzurra
le conchiglie hanno rinunciato
alla salsa del mare.

Accogliere la notte
camminare di povera gente
espandersi di forme nell’ombra.

È l’esordio di una vita
in un concerto d’angeli sottili
di un Bimbo in terra
tra paglia e fieno umidi
un alito di bue.




Ogni attimo diventa verso all’istante

impressioni di Loretta Buda su Il risveglio delle cose di Sonia Gardini


È una poesia leggiadra… spero tu non consideri l’aggettivo in senso negativo. Ho in mano i tuoi haiku e li ho riletti… sfogliando le pagine un po’ casualmente ma nel risveglio che “titola” la raccolta ogni attimo diventa verso all'istante. I tuoi sono versi garbati e luminosi, sono composizioni che ti elevano lo spirito o se preferisci lo pacificano; non sono abituata a commentare poesia… e quello che ti scrivo non ha valore… però in questo riposo forzato dall’influenza ho ripreso in mano la tua pubblicazione che avevo già letto… con calma… io i libri di poesia li centellino, almeno credo che non si possano leggere le raccolte poetiche come un libro di narrativa. Leggendo ho pensato all’”infinitamente piccolo” che ci circonda e che trascuriamo X’ guardiamo senza vedere, invece il poco e il piccolo a cui appoggi i tuoi versi abbracciano l’Universo: un quasi niente che contiene il tutto. Ancora complimenti per aver risvegliato in noi il desiderio, forse anche la necessità, di un altro vedere e sentire.