mercoledì 19 giugno 2024

Prima stesura | Un cuore pizzicato di Anna Tabbia

 

Illustrazione di Anna Paolini


PRIMA STESURA

Rubrica di inediti a cura di Silvia Rosa

"Un cuore pizzicato" di Anna Tabbia


ANGINA PECTORIS 

Se quest’estate, l’estate non tornasse?

Se si fosse rintanata nella grotta

e io restassi nel vuoto dell’attesa

di un mancato appuntamento?

 

O se la pioggia si fosse ritirata

in nuvolaglia, sdraiata comoda

in orizzontale, troppo svogliata

per alzarsi a precipitare?

 

Se lui non bussasse più alla mia porta

senza qualche prevedibile ragione?

Se l’utente fosse irraggiungibile

e mancassero tracce, orme,

briciole di pane da seguire,

e intanto urlasse una sirena

d’ambulanza e mancasse

il mio numero in rubrica?

 

Se lui stesse per sempre insoddisfatto

e io non potessi farci nulla, se

girassi in labirinto alla ricerca

del sorriso che non trova?

 

Se non fosse concesso il dietrofront

non potessi dirgli quel che non gli ho detto,

anche solo di sbattere il bastone

sulla pietra perché al colpo scappano

le vipere e non iniettano il veleno?

 

Se tornassi al punto di partenza,

credendo d’aver fatto balzi avanti?

O peggio, se tornassi indietro, in fondo?

 

Se tutto questo fosse solo un sogno?

O peggio, se tutto questo fosse

tutto vero? Se fosse tutto qui?

  

UN CUORE PIZZICATO DI TARANTA 

E allora fatti canna

se tutto intorno rumoreggia

a colpi di grancassa

e non sa stare a tempo

il cuore pizzicato di taranta

che ti s’ingolfa in aritmia.

 

Raggomìtolati al tonfo degli eventi

ripiegata, giunco esile e tenace

all’infuriar dei venti

e snocciola i grani del rosario

al voto che vorresti e che non viene;

prometti almeno che abbraccerai

la croce e in cambio lui voli libero

sgravato dal grumo di pensieri,

groviglio d’una maglia troppo fitta,

davanti al rombo che risucchia

nel pozzo nero dei pensieri.

 

FASCINOSA VITA IMMAGINARIA

Corri, rimandi a un giorno imprecisato

la vita che vorresti. Prendi fiato.

Corri. E nella corsa incontri nuove

Sirene per la vita di domani.

Ma accantoni. Ricorri. Quella vita

immaginaria è il motore

di questa vita di doveri e di scadenze

che è la tua, ma soltanto perché

l’altra, da lontano e con contorni

imprecisati, ti saluta. E ammicca.

 

Se per caso o nella sosta programmata

puoi spogliarti della quotidiana vita,

sfilartela dai piedi,

darti una lavata, provarti la tua

vita del domani, a bocca spalancata

vedi che non cade come ti eri

figurata: sotto le ascelle si raggrinza,

il filo del bottone cede, la stoffa

è un poco logora e comunque

non sono più quelli i tempi.

 

Il tuo vestito di vita immaginaria

è frusto prima ancora d’esser messo.

Rimani nuda. Non sai dove andare

se non nel buio della tana, sotto

il piumino di piuma d’oca vera.

 

Anna Tabbia vive a Torino dove è insegnante di italiano e latino. Durante in suo dottorato di ricerca in Italianistica si è occupata di scrittrici e di riviste torinesi tra Otto e Novecento; di qui i lavori: Le coscienziose operaie della penna della casa editrice Speirani tra carte private e pubbliche scritture in «Levia gravia», (2008, Edizioni dell’Orso); La donna nella stampa periodica torinese (1880-1911) in «Studi piemontesi » (2007); Le riviste per la scuola e per la gioventù della casa editrice Speirani in Torino in «Studi piemontesi» (1989). Nell’ambito della didattica della letteratura è coautrice (con Mondello, Lavazza, Fraboni) dell’antologia per il biennio delle scuole superiori Dove portano le parole (Lattes, 2023); sempre per la scuola ha scritto Un “mutuo trascinamento”: esperienze di didattica transdisciplinare sul filo di Calvino e Levi con Brondolo, Lucca, Mariatti in Per una didattica transdisciplinare, a cura di Danile Borgogni, (2020, Celid) e I giovani e la poesia in Giovani oltre di Ugo Cardinale e Dario Corno (2007, Rubbettino). Con Sandra Baruzzi è autrice delle raccolte poetiche Tempo di risacca (Atene del Canavese, 2021 ) e Ritrarti (Ananke, 2012); in poesia con Sandra Baruzzi e Piera Giordano ha scritto A corpo libero (Ananke, 2008) e Dimore dell’anima (Ananke, 2005). 

 

 

 

 

 


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