recensione di Marina Minet pubblicata su LucaniArt Magazine – rivista in pdf sfogliabile: lucaniart.wordpress.com/2024/05/08/magazine-lucaniart-rivista-n-2-giugno-2024/
Dopo aver letto Enchiridion Celeste lo scorso anno, mi giunge gradita questa nuova raccolta di Alessandro Ramberti, Non so resistere Fara Editore (2024). La copertina è un abbraccio sorridente di mani, perfettamente in linea con il flusso accogliente dei versi. Anche qui, sin dalle prime pagine, ci si rende conto della sua vena poetica dal grande valore etico e spirituale. Quanto può costare dirsi veramente degni? Non è mai abbastanza la fatica che conduce al dono. La lettura dei suoi versi ci ricorda che non è mai come vorremmo, perché la vita non è soltanto luce, le tenebre si aggirano se c’è dimenticanza. Che fare dunque? E leggendo oltre, il poeta risponde, verso dopo verso, con accurata precisione.
Un impegno è possibile, la ricerca della perfezione può essere lontana, ma non estranea, può abbozzarsi se solo non sciupiamo il tempo – volutamente ignari di altri sguardi. Basta tracciarne i contorni nell’insieme delle prove quotidiane. Queste sue poesie mostrano, infatti, con ardente disciplina, che sperare non è vano, né folle. Nello scambio, nel confronto, nel sentire fraterno orientato a un percorso comune, la verità sgorga cosmica, miniera d’altruismo.
Le relazioni / hanno variabili / che ci sorprendono / scalmi divini (pag. 43)
L’ammirabile fede aggiunge valore al canto del poeta, orientandoci al nucleo dei concetti. Le soluzioni concretano l’anima, l’armonizzano nel corpo come parte fusa, in quanto il bene in esso si sostanzia, innalzando le virtù nel sacrificio.
Il corpo è un’aspra / dolcezza luogo / di risonanze/scrigno di immagini (pag. 45)
La parola quando tende al bene rivela chi siamo in rapporto al creato. La missione s’inoltra con la preghiera, il bisogno ci siede accanto e spetta scoprirlo e vederlo. Ed è così per il poeta che sa donare ricche spinte di abbandono cristiano, dove gli abissi innanzi non contano, poiché il passo non dubita – se puro- e se cade, saprà risollevarsi nel conforto.
Vorrei vedere / il tuo splendore / l’olio prezioso / inesauribile. (pag. 54)
Ci s’incammina così a raggiungere l’unione, il momento che basta per toccare quel senso di pienezza che a volte sembra batterci la schiena dicendo – ‘sì, sono qui, eccomi aratura alle tue costole’. E affidarsi inermi è ciò che vogliamo, e ciò che frastornati trascende. E lo esprime bene tutta la raccolta, esortando ogni possibile variante d’umiltà per non tornare indietro.
La poesia di Ramberti, nella sua purezza cristiana, potenzia la certezza che non c’è illusione nella fede. Aprire la mano buona, che sia dare o prendere, è salvare il bene in partenza, al fine d’insegnarlo senza condizioni. L’equilibrio versatile dei versi è un inno all’amicizia che cerchiamo, alla perseveranza, alla gioia del fiore piccolo che sbuca dal gelo, alla lealtà condivisa. La sua voce dona la brezza che al mattino ci sorprende.
Ariccia, 26 aprile 2024
Di seguito due poesie tratte dalla raccolta Non so resistere di Alessandro Ramberti, Fara Editore 2024
Basta ben poco
per scomparire
in una faglia
minima o grande
di spaziotempo
materia e spirito
non li controlli
il tuo miscuglio
è sempre instabile
fiamma che trema
al vento oscilla
desiderosa
eppure l’alito
che le dà ossigeno
può anche estinguerla
perciò è preziosa
(pag. 16)
*
Da chi dipende
il mio destino
quanto da me
quanto dal fuori
dove mi colloco
per valutare
l’area di scelta
di libertà?
Siamo compagni
di Giobbe d’Uz
scoordinati
da fatti alterni
siamo in balia
di quanto accade
ma c’è un messaggio
che abbraccia tutto
(pag. 17)
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